Referendum Atac, vota solo il 16%. Raggi: I romani la vogliono pubblica

Il referendum sulla liberalizzazione dei servizi di trasporto pubblico a Roma non raggiunge il quorum. I cittadini della capitale snobbano il quesito referendario promosso dai radicali. Alle urne si è recato poco più del 16% degli aventi diritto: un dato insufficiente, visto che per la validità del referendum consultivo occorreva almeno il 33,3%. Ma i dati della consultazione elettorale dicono che i romani , quelli andati a votare, sono favorevoli alla liberalizzazione del trasporto pubblico nella capitale ora gestito interamente da Atac. Delusi i promotori della consultazione secondo cui “il quorum non c’è” grazie al nuovo statuto del Comune di Roma, approvato proprio il giorno in cui è stato indetto il referendum, che non lo prevede. Di diverso avviso la sindaca di Roma che esulta per la bocciatura del referendum. “Atac resta dei cittadini. I romani vogliono resti pubblica. Ora impegno e sprint finale per rilanciarla con acquisto 600 nuovi bus, corsie preferenziali, più controlli, riammodernamento metro. Attenzione e rispetto per tutti i votanti”, scrive su twitter il sindaco della capitale, Virginia Raggi. Complessivamente hanno votato circa 386.900 cittadini su 2.363.989 iscritti al voto. Il municipio dove l’affluenza è stata più alta, al 25.25%, è il secondo di San Lorenzo-Parioli. Quello dove si è votato meno è il sesto, quello più periferico di Tor Bella Monaca.

Caos ai seggi. Ricorso al Tar. Sulle operazioni di voto è polemica. “Il Campidoglio ha creato il caos nella partecipazione dei cittadini. Oltre 300mila aventi diritto non hanno potuto votare – studenti fuori sede, lavoratori non residenti – per le regole date proprio dal Campidoglio”, denuncia il parlamentare radicale Riccardo Magi riferendosi al rifiuto, da parte di alcuni presidenti di seggio, di ammettere al voto gli elettori sprovvisti di tessera elettorale. “Sono arrivate segnalazioni da tutta la città di persone respinte nonostante avessero il documento per votare. È una sconfitta per la democrazia diretta, ma soprattutto per la capacità della giunta Raggi, che tanto parla di democrazia diretta, di organizzare operazioni ordinate e regolari”. Sul mancato raggiungimento del quorum, “il Campidoglio lo ha tolto per i referendum lo stesso giorno in cui ha indetto questo. A nostro avviso il quorum non c’è, quindi impugneremo la questione davanti al Tar”.

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