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Il governo socialista di Pedro Sánchez ha dato una nuova stretta alla propria politica migratoria. La polizia spagnola ha rimandato in Marocco 116 migranti provenienti da regioni sub-sahariane che erano riusciti a superare il confine di Ceuta, enclave spagnola in territorio africano.
Mercoledì 22 agosto, i 116 migranti avevano sfondato le barriere di separazione per poter accedere al suolo spagnolo. Secondo quanto riferito dai media, per poter procedere in maniera rapida, lo Stato avrebbe ‘riattivato’ un accordo bilaterale con il Marocco firmato nel 1992, che prevede l’espulsione in meno di 10 giorni dei cittadini di Paesi terzi entrati illegalmente in Spagna dal Paese magrebino. Fino ad ora si era fatto ricorso all’accordo solamente in casi eccezionali. Il quotidiano El Mundo riferisce che gli avvocati che hanno fornito assistenza ai 116 migranti ora vogliono fare appello contro la decisione del governo.
‘Se lo fa la Spagna va bene, ma se lo propongo io allora sono razzista, fascista e disumano’, ha commentato, su Twitter, il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, sul caso. E ha allegato anche un video in cui si vedono alcuni migranti esultare dopo aver scavalcato delle recinzioni.