Giorgia Meloni e ritorno delle mascherine

Aumentano ancora i contagi nel nostro Paese: +58% solo negli ultimi 7 giorni, che sono peraltro solo quelli certificati ufficialmente, e dunque largamente sottostimati, visto che moltissime persone ormai fanno i tamponi a casa e non comunicano più al medico la propria positività. Per ora l’impatto sugli ospedali è ancora limitato, ma sono in lieve aumento i tassi di occupazione dei posti letto in terapia intensiva e in aumento quelli in area medica. Questa la nuova fotografia scattata dal Ministero della Salute sulla situazione Covid nel nostro Paese.

Tanto che nei suoi bollettini il dicastero della Salute ribadisce la necessità di continuare a mantenere alcune misure comportamentali, come il distanziamento, soprattutto nei casi di assembramento, l’uso della mascherina, l’areazione dei locali e la frequente igiene delle mani. Monito che stride con l’addio alle misure anti-Covid che ci hanno regalato un’estate libera, tra concerti, eventi e vacanze.

La buona notizia è che, come ha sottolineato tra gli altri il direttore dell’ospedale Spallanzani Francesco Vaia, c’è un certo ottimismo. “Niente paura, nessun allarme, stop catastrofismi. Abbiamo una grande immunità ibrida nel Paese che ha sempre dato prova di maturità. Cosa abbiamo davanti a noi? La razionalità ci dice ottimismo, ma ottimismo della volontà, che significa che il ‘sistema Paese’ deve agire in maniera sincrona”.

L’attuale recrudescenza del virus sta facendo tornare in campo l’ipotesi delle mascherine. Dovremo rimetterle? Quando e dove? Saranno obbligatorie o solo raccomandate? Tantissime le domande che gli italiani si stanno facendo in questi giorni.

Ancora nulla si sa con esattezza, complice il cambio di guardia in politica che a breve porterà alla formazione del nuovo governo, a guida Meloni. E’ quasi certo, come confermato dallo stesso ministro della Salute uscente Roberto Speranza, che ad occuparsi di una nuova eventuale circolare con il ritorno, forse, ad alcune restrizioni sarà il prossimo governo.

Dal 1° ottobre le mascherine sono obbligatorie ormai più soltanto in ospedali, strutture sanitarie e Rsa  – è arrivata infatti la proroga di un mese, fino al 31 ottobre – ma è possibile che si debba immaginare un ritorno dell’obbligo in altri contesti.

Uno dei luoghi rispetto cui più si dibatte sull’uso delle mascherine è naturalmente la scuola, dove in poche settimane si sono mischiati casi di Covid a casi di influenza, che non si vedevano da un po’. Vaia rimarca la necessità della ventilazione meccanica nelle aule, e nei luoghi pubblici, che bloccherebbe il virus e quindi i contagi. Ma per ora sembra un miraggio.

Ad ogni modo, pare che i tecnici stiano considerando il ritorno delle mascherine, dello smart working e di nuovo alcune limitazioni agli eventi, per contenere la nuova impennata di contagi.

In particolare, le mascherine potrebbero tornare obbligatorie al chiuso nel caso di un evidente peggioramento del Covid, con grave impatto clinico o sull’assistenza sanitaria o sul funzionamento dei servizi essenziali.

Dove? Le ipotesi, su cui per il momento vige il massimo riserbo da parte della politica, potrebbero riguardare i mezzi pubblici (dove l’obbligo è appena stato tolto), i luoghi pubblici, le scuole e i luoghi di lavoro. Luoghi pubblici forse solo in caso di evidente affollamento.

Tuttavia, è probabile che l’approccio di Giorgia Meloni, da sempre aperturista e critica nei confronti della gestione pandemica di Speranza, sarà di massima gradualità.

Si arriverà dunque a valutare l’uso obbligatorio delle mascherine eventualmente prima nei luoghi a maggior rischio di trasmissione, e via via ipoteticamente altrove. Difficile sapere se saranno obbligatorie, forse verrà introdotta solo una raccomandazione.

“In ospedale sarebbe auspicabile che si mettessero quando si entra in reparti dove ci sono persone fragili. Magari non in ortopedia ma in terapia intensiva” ha detto Meloni dal palco della manifestazione del centrodestra pochi giorni prima delle elezioni.

Ma ciò che è certo, almeno a parole, è che “nel caso di una recrudescenza di pandemie, l’Italia non sarà più l’esperimento del modello cinese in occidente, basta alle formule del modello Speranza e degli apprendisti stregoni”, ha proclamato la leader di Fratelli d’Italia.

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