Fontana e fornitura di camici: ‘Sono indagato per avere messo i soldi di tasca mia’

Attilio Fontana,   sull’inchiesta che lo vede coinvolto e che riguarda la fornitura di camici alla Regione Lombardia da parte del cognato,  e che lo vede indagato per il versamento di 250mila euro, poi revocato,  diretto da un suo conto in Svizzera intestato a una fiduciaria al cognato.

Si difende attraverso le pagine della ‘Stampa’: ‘Questa storia è pazzesca. Ma qual è il reato? Di solito le persone finiscono indagate perché prendono dei soldi illecitamente. Io invece rischio di passare alla storia come il primo politico che viene indagato perché i soldi ha cercato di versarli. Certo, quando è saltata fuori questa storia e ho visto che mio cognato faceva questa donazione, ho voluto partecipare anch’ io. Fare anch’io una donazione. Mi sembrava il dovere di ogni lombardo. Non c’è niente di illecito in quel conto,  sono capitali denunciati e scudati, un eredità di mia madre. Non vedo di cosa dovrei vergognarmi’.

Fontana sottolinea che nella procedura per la fornitura dei camici non è  intervenuto in alcun modo:  ‘Io della fornitura non sapevo niente. L’ho saputo solo quando mio cognato ha deciso di fare la donazione. Allora diciamo anche che ormai in questo Paese la democrazia per alcuni è stata sospesa. Anzi, non esiste più. Torno a ripetere: ma qual è il reato? È vero, mi sono sentito responsabile per mio cognato. Quei soldi li consideravo una donazione a mio modo’.

Il governatore sottolinea che ‘Alla fine la Regione da mio cognato i camici li ha avuti gratis e l’unico reato che vedo veramente è una palese violazione del segreto istruttorio e per questo probabilmente mi rivolgerò ai magistrati di Brescia. Ogni democratico dovrebbe indignarsi per quello che mi sta succedendo ma lo so, tanto è inutile, le regole ormai sono saltate’.

‘Che vadano a vedere tutto quello che vogliono. Noi siamo tranquilli. È una eredità, scudata, regolarizzata, tracciabile e assolutamente ufficiale’, afferma   Jacopo Pensa, il legale di Attilio Fontana, che spiega la situazione degli oltre 5,3 milioni comparsi nell’indagine con al centro il caso della fornitura di camici, che il governatore ha ereditato dalla madre. Pensa ha intenzione di chiedere un incontro con i magistrati milanesi tra domani e dopodomani per parlare di questo e altri temi. Il legale ha detto che al momento il governatore non è stato convocato dalla Procura e non ha intenzione di farsi sentire.

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