Facebook e crollo in Borsa

Lo scandalo degli utenti di Facebook spiati e ‘analizzati’ a fini politici fa tremare il colosso dei social network. Con il titolo che chiude con il 6,8% di perdite a Wall Street (ma ci sono state punte anche di -7,5%). Che le nostre abitudini, gusti, spostamenti fossero ormai mappati ogni volta che navighiamo sul web o, banalmente, ci registriamo a una casella di posta elettronica era noto. Che i social avessero ampliato la gamma di preziosi dati sensibili a disposizione delle piattaforme pure. Ma che si arrivi a utilizzare tutto questo a fini politici per manipolare le intenzioni di voto, è stato troppo. La pietra dello scandalo si chiama Cambridge Analytica, la società di dati che ha aiutato Donald Trump nelle presidenziali del 2016 e ha giocato un ruolo importante nel referendum sulla Brexit.

La gola profonda è un ex dipendente, Christopher Wylie, un informatico che, dopo essersi licenziato per obiezione di coscienza, si è sfogato con i giornali rivelando come la società costruì un sofisticato sistema di mappatura della psicologia degli elettori anche grazie a un maxi ‘furto’ di dati di 50 milioni di americani, usati poi per spot politici mirati e per influenzare gli orientamenti di voto. Secondo quanto emerso – rivelato in esclusiva dai quotidiani ‘The Observer-The Guardian’ e ‘New York Times’ – i dati sarebbero stati raccolti senza che gli interessati ne avessero consapevolezza e in modi che violano le condizioni di utilizzo di  Facebook.

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