“Effetto Draghi”: l’Italia cresce più di Francia e Germania

Ormai da diverse settimane – ossia da quel fatidico giovedì 21 luglio in cui il premier Mario Draghi decise di recarsi al Colle per rassegnare le proprie dimissioni nelle mani del presidente della Repubblica Sergio Mattarella – la preoccupazione dei mercati e degli investitori internazionali per le prospettive economiche del nostro Paese è cresciuta in maniera esponenziale.

Nonostante l’esecutivo guidato dall’ex capo della Bce sia tutt’ora in carica per il disbrigo degli affari correnti, il primo segnale dell’aumento dell’inquietudine nei confronti dell’Italia si è avuto con il report periodico prodotto e diffuso dall’agenzia di rating americana Standard & Poor’s: gli analisti d’Oltreoceano hanno infatti rivisto da positive a stabili le previsioni sull’andamento dell’Italia nel lungo periodo (il cosiddetto outlook). Un trend confermato anche dall’altro istituto americano che si occupa di analisi finanziarie, ossia Moody’s.

Non si ferma la crescita dell’economia italiana, tutti i dati lo confermano: è tutto merito di Mario Draghi?

Eppure, nonostante la situazione economica degli italiani non goda di particolare salute a causa di alcuni fattori penalizzanti e destabilizzanti (tra tutti, l’inflazione galoppante che non accenna a placarsi e il rincaro del costo delle bollette previsto per l’autunno), c’è un dato relativo all’andamento generale del nostro Paese che continua a crescere in maniera marcata, costante ed imperterrita, raggiungendo valori anche molto più positivi rispetto alle più rosee previsioni.

Stiamo parlando del Prodotto interno lordo (PIL), che secondo l’agenzia Eurostat è salito per il sesto trimestre consecutivo facendo segnare un +1%. Si tratta di un bilancio che si attesta ben oltre la media continentale, che al momento oscilla tra una media del +0,6% (dato relativo agli Stati della cosiddetta “zona Euro“, ossia coloro che adottano la moneta unica) e una del +0,3% (quest’ultima in riferimento ai soli membri dell’Unione europea). Anche paragonando il dato a dodici mesi fa non c’è confronto: infatti, nello stesso arco temporale del 2021, l’Italia cresceva del 4,6% in meno rispetto ad oggi

Quanto sta crescendo il Pil dell’Italia e quali sono i fattori determinanti: esiste davvero l’effetto Draghi?

Si tratta di un incremento ben superiore rispetto a quello registrato dagli indicatori nei primi tre mesi dell’anno (era stato dello 0,1%) e che conferma quanto previsto solo poche settimane fa dall’Istituto italiano di statistica (l’Istat). Un dato che colloca l’Italia tra i Paesi più virtuosi del Vecchio Continente, se si pensa che nello stesso periodo dell’anno il PIL tedesco – a causa delle gravi incertezze legate alle forniture di gas proveniente dalla Russia – non è cresciuto nemmeno di un decimale, mentre quello francese si è fermato a quota +0,5%.

I fattori principali che spingono l’economia del nostro Paese sono da ricercare proprio nelle politiche messe in atto dal governo dimissionario, specialmente per quanto riguarda la gestione della pandemia. Allentate gradualmente tutte le restrizioni per contrastare il virus, i cittadini sono tornati a svolgere una vita tutto sommato normale: a confermarlo sono principalmente gli indici relativi alla spesa che sono tornati a crescere e il turismo dei mesi estivi che ha visto un forte rilancio ad un livello paragonabile solamente al periodo precedente la diffusione del Covid-19.

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