Def, ok del Cdm: due aliquote Irpef

Il Consiglio dei ministri ha approvato, in una riunione durata circa mezz’ora, il Documento di economia e finanza. Lo confermano fonti di governo al termine della riunione. Le clausole di salvaguardia dell’Iva non scatteranno e la flat tax va applicata solo al ceto medio. Sarebbero i concetti messi in chiaro, a quanto apprende l’Adnkronos, dal vicepremier Luigi Di Maio nel corso del Cdm che ha approvato il Def.

Nel Piano nazionale delle riforme allegato al Documento di economia e finanza si legge che «il sentiero di riforma per i prossimi anni prevede la graduale estensione del regime d’imposta sulle persone fisiche a due aliquote del 15 e 20 per cento, a partire dai redditi più bassi, al contempo riformando le deduzioni e detrazioni. Per incentivare gli investimenti, le imprese potranno beneficiare di una riduzione dell’aliquota Ires applicabile agli utili non distribuiti».

«La progressiva introduzione della flat tax – si legge inoltre si legge nella bozza di Pnr allegata al Def – ridurrà il cuneo fiscale sul lavoro e sarà coperta da una riduzione delle spese fiscali, salvaguardando quelle destinate al sostegno della famiglia e delle persone con disabilità». Già con la prossima manovra per il 2020 ci sarà un «paziente lavoro di revisione della spesa corrente» e «delle agevolazioni fiscali». «Un salario minimo orario per i settori non coperti da contrattazione collettiva e la previsione di trattamenti congrui per l’apprendistato nelle libere professioni» sono tra «gli interventi che potrebbero essere oggetto di valutazione» sul fronte del lavoro. Nel documento si precisa anche che «si lavorerà per ridurre il cuneo fiscale sul lavoro e gli adempimenti burocratici per i datori di lavoro, anche attraverso la digitalizzazione».

«Il Governo non ritiene opportuno in questa fase rivedere l’imposizione sugli immobili, già oggetto di numerosi cambiamenti legislativi negli ultimi anni», viene aggiunto.

 

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