Ddl Zan e pioggia di emendamenti. L’Aula del Senato va avanti

Sono 672 gli emendamenti presentati dalla Lega al ddl Zan.  Il termine per la presentazione degli emendamenti è scadutoieri alle ore 12. Oltre a quelli del partito, ci sarebbero anche un’altra ventina di emendamenti presentati dal vicepresidente del Senato, Roberto Calderoli. Ma a sorpresa anche Italia viva presenta le sue richieste per modificare il ddl Zan. Sono 4 di cui due a firma del capogruppo, Davide Faraone insieme al collega Giuseppe Cucca e due di Cucca con il socialista Riccardo Nencini. Numerosi anche gli emendamenti presentati da Forza Italia e Fratelli d’Italia: rispettivamente, 134 e 127. La senatrice Udc Paola Binetti da sola chiede un’ottantina di modifiche. Le Autonomie ne propongono 4. Un po’ più difficili i conti delle richieste che provengono dal gruppo Misto: 5 da Gregorio De Falco; 3 da Mattia Crucioli dell’Alternativa C’è.

I 700 emendamenti presentati dalla Lega al ddl Zan sono il chiaro tentativo di affossare la legge. Altro che volontà di dialogo e mediazione. Salvini sui diritti conferma di avere la stessa linea di Orban”. Così su Twitter Alessandro Zan, deputato Pd.

“Se si dialoga, la Lega è pronta a ritirare gran parte degli emendamenti presentati al Ddl Zan. Se invece il Pd continuerà a volere lo scontro, affosserà la legge e la tutela dei diritti di migliaia di persone”, ha dichiarato Massimiliano Romeo, capogruppo della Lega al Senato.

Primo a intervenire dopo la ripresa dei lavori, il senatore di Fratelli d’Italia, Achille Totaro. Lungo l’elenco dei parlamentari che hanno chiesto di parlare, in tutto 35 fra cui il relatore del provvedimento, il leghista Andrea Ostellari e il capogruppo del suo partito al Senato, Massimiliano Romeo.

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Gli emendamenti presentati da Italia viva al ddl Zan in Senato, puntano a trasformare la “finalità” del provvedimento nel “perseguire le condotte discriminatorie fondate su misoginia, abilismo, omofobia o transfobia”. Nelle proposte di modifica, dunque, si legge la volontà di sostituire le parole “fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere o sulla disabilità” con “fondati sulla misoginia, sull’abilismo, sull’omofobia o sulla transfobia”. Inoltre, nell’emendamento all’articolo 7 viene proposto di aggiungere la dicitura che reca il “rispetto” della “piena autonomia scolastica”.

“Abbiamo presentato un ordine del giorno generale, che chiederemo di votare prima dell’esame degli emendamenti, per dare piena chiarezza interpretativa sull’intero provvedimento. Nel pieno rispetto del dibattito in corso e utile a fissare le basi di un confronto trasparente in aula. Un ordine del giorno che pone anche nero su bianco, al riparo da ogni distorsione e strumentalizzazione, gli obiettivi politici del gruppo dei senatori del Pd”. Così in una nota l’Ufficio di presidenza del gruppo del Pd a Senato. “Rispetto ai contenuti dell’articolo 1, – spiega la nota – che non può mai essere il solo elemento volontaristico a determinare la rettificazione di attribuzione di sesso, bensì un percorso di accertamento rigoroso svolto in sede giudiziale. Rispetto ai contenuti dell’articolo 4, che, come sostenuto costantemente dalla giurisprudenza di merito, va garantita sempre la tutela delle libere manifestazioni di pensiero. Che, infine, relativamente ai contenuti dell’articolo 7, vanno promosse disposizioni finalizzate non a sostenere pensieri o azioni ispirati ad ideologie, ma a trasmettere la conoscenza e la consapevolezza riguardo i diritti e i doveri costituzionalmente garantiti della persona”.

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