Covid, Gimbe: “Contagi stabili ma incombono le varianti, situazione seria in 17 province”

Il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe “conferma nella settimana 3-9 febbraio 2021, rispetto alla precedente, un numero stabile dei nuovi casi (84.711 vs 84.652). Scendono i casi attualmente positivi (413.967 vs 437.765), le persone in isolamento domiciliare (392.312 vs 415.234), i ricoveri con sintomi (19.512 vs 20.317) e le terapie intensive (2.143 vs 2.214). Diminuiscono anche i decessi (2.658 vs 2.922)”. In una nota, la Fondazione ha fornito dati e percentuali dettagliate: “Decessi: 2.658 (-9 percento), terapia intensiva: -71 (-3,2), ricoverati con sintomi: -805 (-4), isolamento domiciliare: -22.922 (-5,5), nuovi casi: 84.711 (+0,1), casi attualmente positivi: -23.798 (-5,4)”. Il presidente della fondazione, Nino Cartabellotta ha spiegato: “Anche questa settimana a livello nazionale i nuovi casi sono stabili rispetto alla precedente, una calma piatta purtroppo solo apparente”. Si e’ riferito al fatto che “spacchettando il dato nazionale, in 10 Regioni si rileva un incremento percentuale dei nuovi casi e in 9 Regioni aumentano i casi attualmente positivi per 100mila abitanti, ma i numeri per ora non impattano sulle curve nazionali perche’ si tratta principalmente di Regioni di piccole dimensioni”.

Cartabellotta ha dunque aggiunto: “Situazioni molto critiche come quelle dell’Umbria dove le nuove varianti hanno determinato rapidamente un’impennata dei casi e la saturazione di ospedali e terapie intensive potrebbero improvvisamente esplodere ovunque, visto che le varianti del virus circolano ormai in tutto il Paese”. Ecco perche’, secondo Gimbe: “e’ fondamentale monitorare tutte le “spie rosse” per attuare tempestive strategie di contenimento: in 17 Province l’incremento percentuale dei nuovi casi negli ultimi 7 giorni supera il 5 percento”. E inoltre: “Sul fronte ospedaliero, l’occupazione da parte di pazienti Covid supera in 3 Regioni la soglia del 40% in area medica e in 4 Regioni quella del 30 per cento delle terapie intensive. Tuttavia, nonostante la riduzione della pressione sugli ospedali, il numero dei decessi rimane molto elevato, seppur in lieve calo rispetto alle settimane precedenti”.

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