Sono stati ribattezzati i soldati buoni o in camice bianco perché sono andati al fronte a combattere contro un fantasma di cui non conoscevano nulla. Hanno lasciato tutto alle spalle e sono partiti, senza indugio, spesso senza armi. Hanno salutato la famiglia in fretta perché avevano ed hanno una missione da compiere: correre dai pazienti perché non c’era tempo da perdere. Stanno combattendo quel ‘fantasma’ ma in troppi sono stati ‘colpiti’ da questo fantasma. L’unica armatura era quel camice e tanti sorrisi. Una difesa troppo bella per essere vera: è servita a poco. Purtroppo. Sono morti a decine mentre facevano il loro lavoro in ospedali, case di cura, studi dentistici, agenzie per la tutela della salute In troppi purtroppo. La lista si è aggiornata giorno dopo giorno portando via storie di vita e professionalità uniche. Oggi sono 66: sessantasei. Troppi. Il primo a lasciarci è stato Roberto Stella, presidente dell’Ordine dei medici di Varese, che aveva 67 anni. E poi il pediatra di Bergamo per passare al medico legale di Napoli. Ma c’è anche il fisiatra di Bari e il ginecologo di Roma. Ognuno con la sua storia professionalità e umanità che ha creduto fino in fono al giuramento di Ippocrate. Tante storie che non saranno dimenticate. Il loro sforzo è continuato dagli altri soldati che quotidianamente in camice bianco, unica loro difesa e corazza, combattono per tutti noi in prima linea. Tanti di loro hanno incontrato il fantasma e sono costretti a vivere lontani da tutti per poi ritornare in trincea più forti di prima. Ma ad oggi il prezzo pagato da questi soldati in camice bianco è troppo alto: 6205 sanitari contagiati che corrisponde a circa il 10 per cento del totale degli infetti. Perdere loro significherebbe perdere tutti noi. L’Italia li ha ringraziati e non si stancherà mai: ogni giorno, ogni secondo che passa il pensiero va a loro. Ma con loro combattono contro questo fantasma medici ed infermieri di tutto il mondo. E tutti i cittadini del mondo li ringrazia e li ringrazieranno per sempre.
Le loro gesta, il loro coraggio, le loro storie, i loro sorrisi, le loro sofferenze resteranno segni indelebili nella memoria di ogni essere umano.
E nessuno potrà mai dimenticare. Il quotidiano ProgettoItaliaNews, per non dimenticare, propone un premio Nobel ‘morale’ a tutti i medici e gli operatori sanitari di tutto il mondo. A Stoccolma per ritirare il premio sarebbe bello che potesse partecipare un medico o operatore sanitario per ogni paese con la sua bandiera. Un gesto semplice così tutti potremmo veramente Condividere il Mondo.
Il Direttore Responsabile Andrea Viscardi.
La Redazione: Roberto Cristiano, Luca Teolato, Roberto Lamanna, Eugenio Bernardo, Luigi Viscardi