20090331 - ROMA - FIN - CRISI: CEI, CON BANCHE PRESTITI 300MLN A FAMIGLIE POVERE - Un fondo di garanzia da circa 30 milioni di euro in grado di generare prestiti bancari per 300 milioni da destinare alle famiglie in difficolta' a causa della crisi e' stato istituito dalla Conferenza episcopale italiana grazie ad un accordo con l'Abi, l'associazione bancaria italiana. Potranno farne richiesta di accesso le famiglie regolari con tre figli o malati a carico che abbiano perso ogni fonte di reddito. ETTORE FERRARI /ANSA / KLD

Coronavirus, arriva la proposta: Reddito di Quarantena per tutti

Un economista della Bocconi e un banchiere propongono l’erogazione di un sussidio per tutti sino a fine quarantena

La proposta è destinata a far discutere ma, sostiene il suo ideatore, per un momento di crisi ed emergenza così profondo è necessario mettere in campo misure straordinarie. Il rischio che si corre, infatti, è che nel momento in cui l’emergenza Coronavirus sarà terminata – il prima possibile, si spera – la situazione economica sarà tragica e saranno poche le aziende in grado di ripartire immediatamente.

Per questo Gianmario Cinelli, ricercatore presso la Bocconi di Milano, e Antonio Costagliola, vicepresidente della banca d’investimenti Equita, hanno proposto di istituire il Reddito di quarantena, una forma di sostegno che, a differenza del quasi omonimo “Reddito di Cittadinanza”, è rivolto all’intera popolazione, indipendentemente dal fatto che si tratti di un lavoratore dipendente, di un lavoratore autonomo o di un imprenditore. In questo modo, sostengono i due economisti, le aziende non andranno a erodere il loro patrimonio e le famiglie potranno ugualmente “sopravvivere” per alcuni mesi.

Che cos’è il reddito di quarantena

Se il reddito di cittadinanza istituito dall’allora Ministro allo Sviluppo Economico Luigi Di Maio aveva l’obiettivo di consentire alle fasce più deboli della popolazione di avere una fonte di entrate in attesa di trovare un lavoro, il Reddito di Quarantena ha l’obiettivo di garantire la “sopravvivenza” di tutti sino a quando l’emergenza legata al Covid-19 non sarà terminata. Secondo gli autori della proposta, la misura dovrebbe concretizzarsi in un sussidio di 751 euro da erogare a tutte le famiglie italiane per i prossimi mesi, fino a quando non si potrà tornare a una situazione di normalità (o quasi).

La strategia ideata dai due economisti ricalca, se vogliamo, quella degli animali che vanno in letargo durante i mesi più freddi dell’anno. Riducono al minimo le loro funzioni vitali, per spendere il meno possibile e risvegliarsi in piena forma (o quasi) a inizio primavera. Con il reddito di quarantena, tutti quanti (dipendenti pubblici, dipendenti privati, lavoratori autonomi e imprenditori) dovrebbero entrare in uno stato di “ibernazione” che consentirebbe loro di non dover erodere i loro risparmi.

In questo modo, quando la crisi sanitaria (e quella economica che sta emergendo) sarà terminata, sia le aziende sia le famiglie avranno la liquidità necessaria per far ripartire l’economia, sia dal lato della domanda sia da quello dell’offerta. Una soluzione win-win, insomma, quanto meno per gli “attori passivi” della storia. Il costo maggiore, infatti, dovrebbe pesare sulle casse delle Stato.

Trattandosi di una misura universale, rivolta a tutti i nuclei familiari del nostro Paese senza distinzione di posizione lavorativa o reddito, le casse dello Stato si troverebbero a sostenere un costo molto elevato. Secondo i calcoli dei due proponenti, il reddito di quarantena costerebbe circa 19 miliardi di euro al mese. Se la misura dovesse essere garantita per un trimestre, come proposto da Cinelli e Costagliola, il conto finale sarebbe di circa 58 miliardi di euro.

La spesa, ovviamente, non sarebbe interamente in deficit. Anzi: secondo i due economisti, in questo stesso periodo lo Stato dovrebbe sospendere il pagamento di stipendi ai dipendenti pubblici, pensioni e altre forme di sostegno (come il Reddito di cittadinanza). Così facendo, riuscirebbe a recuperare circa 80 miliardi di euro, con un saldo positivo di 22 miliardi di euro. Per un po’ di tempo, insomma, dovremmo stringere tutti la cinghia (anche le aziende sospenderebbero il pagamento degli stipendi dei loro dipendenti) per stare meglio nel corso dell’estate, quando l’economia dovrebbe ripartire.

 

 

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