Il presidente del Consiglio parla della mancata istituzione della zona rossa di Alzano e Nembro: ‘Riferirò doverosamente tutti i fatti di mia conoscenza. Non sono preoccupato, non è un atteggiamento di arroganza. Ci confronteremo, riferirò tutti i fatti che sono a conoscenza in piena serenità. Tutte le indagini, le inchieste ben vengano. I cittadini hanno il diritto di conoscere e noi di rispondere in tutte le sedi. Il mio è un atteggiamento sereno. Ho agito in scienza e coscienza, ho preso delle decisioni alcune volte molto difficili’.
Conte ricorda, come riportato da Repubblica, che quello di venerdì non sarà un interrogatorio ma un’audizione. Nulla di cui preoccuparsi, quindi. Praticamente una chiacchierata. Certo di aver fatto le scelte giuste in un momento difficile da riuscire a gestire. Ma non è arroganza la sua, ha tenuto a precisare, perché il governo e gli esperti hanno fatto tutto ciò che era possibile fare. Conte ha poi sottolineato di non aver avuto un manuale da poter seguire e che ogni decisione presa è stata scelta di volta in volta.
Sarà anche tranquillo Conte, ma è sembrato abbastanza irritato dal fatto di essere stato convocato proprio a due giorni dall’inizio degli Stati Generali. Davanti ai pm dovrà, infatti, spiegare perché non erano state istituite le ‘zone rosse’ per i due comuni colpiti, nonostante la richiesta esplicita del presidente dell’Iss Silvio Brusaferro. Il premier probabilmente ribadirà che poteva la stessa Regione Lombardia istituire la zona rossa. Sosterrà inoltre di essere stato in continuo contatto con i vertici della Lombardia e che tutte le decisioni erano state prese di comune accordo. Ma la sua difesa ha già dimostrato di fare acqua da tutte le parti.
Anche il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, e il collega alla Salute, Roberto Speranza, dovranno comparire davanti ai pm per far luce sullo stesso fascicolo. La numero uno del Viminale dovrà far avere ai pm anche le ordinanze che proprio in quei giorni furono trasmesse a prefetti e questori per potenziare il controllo del territorio. Probabilmente le verrà anche chiesto di ricostruire tutto l’iter seguito per limitare la circolazione a Codogno il 23 febbraio. Si decise infatti di impiegare le forze dell’ordine per chiudere tutti gli accessi, non escludendo di fare ricorso anche all’esercito per i servizi di vigilanza. “Penso che chiunque abbia avuto responsabilità dentro questa emergenza dal capo dell’Oms al sindaco del più piccolo paese coinvolto, passando per ciascuno di noi – ha commentato Speranza – debba essere pronto a rendere conto delle scelte fatte. È la bellezza della democrazia. È giusto così”.