Condanna e dimissioni per Vasco Errani

InEmilia-Romagna finisce, dopo oltre 15 anni, lera di Vasco Errani, governatore dell’Emilia Romagna, facendo scoppiare un caso nel Pd. Errani infatti   si è dimesso poco dopo essere stato condannato dalla Corte d’Appello di Bologna ad un anno di reclusione per falso ideologico nel processo Terremerse, cooperativa agricola presieduta dal fratello. “Sono innocente, ma mi dimetto”, ha affermato Errani. Ora si aprono le incertezze. Si andrà al voto ed anche i tempi per le elezioni, a causa di una sentenza costituzionale, vanno ancora chiariti. La segreteria nazionale del Pd lo ha invitato a ritirare le dimissioni, confermando “la stima nei suoi confronti e nel lavoro svolto in questi anni”. Come d’altronde hanno fatto in molti nel Pd a cominciare dai deputati dell’Emilia-Romagna e da Pier Luigi Bersani, che proprio in Regione lo tenne a battesimo quando il presidente era lui ed Errani prima consigliere e poi da assessore. E’ comunque partito il totovoto regionale che crea apprensione nella segreteria nazionale del Pd. Errani è approdato per la prima volta alla presidenza della Regione nel 1999, e poi riconfermato nel 2000, 2005 e 2010. Se quando fu rinviato a giudizio ebbe attestati di stima anche dal Pdl ed anche oggi gli è solidale Roberto Formigoni, a lungo suo vice alla presidenza della Conferenza delle Regioni, che Errani ora lascerà di conseguenza. In primo grado Errani era stato assolto, ora deciderà la Cassazione. Intanto, resta il fatto politico. Beppe Grillo  scalpita perché non gli bastano le dimissioni da presidente e chiede che Errani lasci anche la carica di commissario per la ricostruzione dopo il terremoto del 2012. Anche altri esponenti dei pentastellati vogliono elezioni subito, sognando “tante stelle” nel nuovo firmamento emiliano. Riguardo alla ricostruzione dopo il terremoto del 2012 la gestione dei fondi e delle donazioni è stata di grande chiarezza e tutte le comunità locali hanno avuto una finestra di trasparenza molto apprezzata dagli emiliani. Comunque si tornerà a votare e nel Pd si cerca un candidato in grado di unire tutti per bypassare le primarie. L’unico in grado di poterlo fare sembra essere il sottosegretario alla presidenza del consiglio Graziano Delrio, ma bisogna vedere se il diretto interessato intenda accettare e se Renzi voglia privarsi del proprio playmaker a Palazzo Chigi.  Altrimenti il nome dovrebbe uscire dal duo modenese Stefano Bonaccini-Matteo Richetti, con il primo, segretario regionale e responsabile nazionale enti locali, in netto vantaggio sul deputato renziano. Due candidature che, però, difficilmente riuscirebbero ad avere un’incoronazione senza le primarie, per le quali il sindaco di Imola Daniele Manca è un outsider sempre in campo. Il premier Matteo Renzi ha telefonato a Vasco Errani esprimendogli la propria vicinanza e amicizia ribadendo la propria fiducia nel lavoro della magistratura, auspicando che l’onestà di Errani possa essere riconosciuta in Cassazione. La Costituzione ci dice, sostiene il premier, che un cittadino è innocente finché una sentenza non passi in giudicato. Nel Pd intanto sono cominciate le grandi manovre per arrivare a definire il candidato alla presidenza della Regione ed all’inizio della prossima settimana ci sarà una direzione per sciogliere il nodo relativo alla data del voto.

Cocis

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