Caso marò, al via il processo internazionale

Si è aperta davanti al Tribunale internazionale del Diritto del Mare di Amburgo la discussione sulle richieste italiane in merito alla questione dei due marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone e della Enrica Lexie. L’udienza si svolgerà in un clima rovente che preannuncia una durissima battaglia legale tra l’Italia e l’India. Battaglia inasprita già dai commenti dell’ambasciatore Francesco Azzarello che nell’aula del tribunale di Amburgo ha dichiarato come i Marò nonostante non siano “ancora stati incriminati di alcun reato” dalla giustizia indiana, l’India dimostra di “disprezzare il giusto processo” ritenendoli già colpevoli, con “un atteggiamento che esemplifica al meglio l’impasse in cui oggi ci troviamo”. Anche le ‘Richieste di misure provvisorie’ avanzate dall’Italia al Tribunale di Amburgo gettano benzina sul fuoco: Girone è “ostaggio” dell’India, mentre la salute di Latorre è “a rischio, se fosse costretto a tornarvi”. Delhi, si legge, “viola i diritti fondamentali” dei marò e dell’Italia.
Ma per l’India, Girone vive bene, ed è offensivo definirlo ostaggio. “Definire Girone un ostaggio è inappropriato e offensivo”, a Delhi “gode di una vita confortevole”. E “la salute di Latorre potrebbe migliorare nei prossimi mesi” consentendogli di tornare a Delhi. Così l’India respinge le richieste “urgenti” dell’Italia di liberare i marò nelle ‘Osservazioni scritte’ all’Itlos pubblicate oggi.
Ma per l’India l’Italia è anche “in malafede”, per “non aver mantenuto promesse solenni” in passato. E’ quanto emerge dalle ‘Osservazioni scritte’ dell’India depositate al Tribunale di Amburgo e pubblicate oggi. Il testo si riferisce al permesso concesso dalla giustizia indiana ai marò di rientrare in Italia per le elezioni del 2013. Il governo italiano annunciò poi che non sarebbero tornati in India, ma dopo le proteste indiane i due Fucilieri vi tornarono nei tempi previsti dagli accordi.
Sul ‘caso marò’, l’Italia ha attivato il 26 giugno scorso la procedura di arbitrato internazionale, ai sensi della Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare. La decisione della corte è attesa fra alcune settimane. Attualmente la vicenda si trova nella fase di costituzione della Corte arbitrale, che dovrà avvenire entro il 26 agosto, e che dovrà successivamente definire le proprie regole procedurali e la propria sede. In attesa dell’iter di costituzione della Corte arbitrale, il 21 luglio l’Italia ha chiesto al Tribunale Internazionale del Diritto del Mare di Amburgo – a titolo di misure provvisorie e urgenti – che Latorre possa restare in Italia e che Girone possa farvi rientro e vengano sospese le procedure della giurisdizione a carico dei Fucilieri in India, nel contesto e fino alla conclusione del procedimento arbitrale.
Intanto su Twitter il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni evidenzia come tutta l’Italia si stringe ai militari: “oggi la prima udienza al Tribunale internazionale di Amburgo. L’Italia è unita con i fucilieri Girone e Latorre”.

Alessandro Moschini

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