Camorra: Napoli, 7 fermi per membri nuovo clan

Un fucile a pompa, munizioni di vario calibro tra cui anche quelle per kalashnikov, a dimostrazione della disponibilità di armi di cui godeva il clan nell’ambito del conflitto con gli altri gruppi criminali interessati al predominio sull’area nord della provincia di Napoli. E’ quanto emerso nel corso dell’operazione dei Carabinieri che questa mattina hanno eseguito un decreto di fermo nei confronti di 7 persone e che hanno inflitto così un duro colpo al gruppo criminale attivo nel comune di Frattaminore, area nord della provincia di Napoli, di recente interessato, insieme alle vicine Frattamaggiore e Arzano, da allarmanti episodi di criminalità come stese, esplosione di ordigni e intimidazioni. Tra queste ultime, quella che ha avuto più eco è sicuramente l’intimidazione rivolta al capo della Polizia municipale di Arzano, Biagio Chiariello, con l’affissione di manifesti funebri riportanti il suo nome. Chiariello sarebbe stato “colpevole” di aver eseguito controlli sull’occupazione abusiva e sugli abusi edilizi nel complesso abitativo della “167” di Arzano: per le minacce subite è stato arrestato Mariano Monfregolo, fratello di Giuseppe, considerato al vertice del clan Monfregolo, egemone sul territorio.

Nell’operazione di questa mattina i Carabinieri del Nucleo operativo della Compagnia di Giugliano in Campania e della Stazione di Frattamaggiore hanno eseguito un decreto di fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Dda di Napoli, a carico di 7 soggetti raggiunti, a vario titolo, da gravi indizi di colpevolezza in ordine ai reati di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, detenzione e porto illegale di armi clandestine e comuni da sparo e ricettazione, tutti aggravati dalle modalità mafiose. Il gruppo criminale, che controlla le attività illecite nel comune di Frattaminore soprattutto nel mercato della droga, con la gestione di una fiorente piazza di spaccio, aveva disponibilità di armi di vario genere, alcune delle quali trovate e sequestrate nel corso delle indagini, secondo gli investigatori pronte per essere utilizzate nell’ambito dell’attuale contrapposizione tra i clan interessati ad imporre la propria egemonia sull’area a nord di Napoli.

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