Silvio Berlusconi, ospite da Fabio Fazio,   entra nel vivo della campagna elettorale con un  attacco frontale al Movimento 5 Stelle, che definisce ‘pericolo più grande del Comunismo’. Naturalmente Berlusconi ha già pronto il programma elettorale, ampiamente illustrato  nella convention di Forza Italia a Milano: ‘Flat tax uguale per famiglie e imprese con aliquote inferiori alle attuali per ridurre l’evasione, decontribuzioni per le assunzioni dei giovani, pensioni minime a mille euro ect ect…’.  No allo ius soli, ribadisce, perché i trafficanti di uomini avrebbero un argomento per dire che in Italia è più facile conquistare la cittadinanza. La squadra di governo composta da 20 ministri, di cui 12 scelti tra personalità di spicco della società civile.

Arriva poi alla leadership del centrodestra. Ha il nome e lo comunica: il generale dei carabinieri  Leonardo Gallitelli, comandante dell’Arma dal 2009 al 2015, che  dice di non aver ancora interpellato in merito a una possibile candidatura. Naturalmente, se la Corte di Strasburgo dovesse confermare la sua incandidabilità. In caso contrario non si sbaglia: il candidato premier sarebbe lui stesso. Gallitelli del resto è solo un esempio di qualcuno che non viene dalla politica, qualcuno che possa essere visto come una garanzia. Per guidare il Paese ci vuole una persona molto capace, qualcuno che abbia fatto cose di successo. Proprio come era lui nel ’94: un ‘uomo nuovo’ della politica.

Esclude, per storia e programmi diversi, un alleanza con Renzi.