Approvata in manovra la copertura economica per il Ponte sullo Stretto di Messina

È stata annunciata la totale copertura economica per il Ponte sullo Stretto di Messina, che avrà un costo di ben 12 miliardi di euro.

All’approvazione della manovra per la Legge di Bilancio 2024 è seguita una conferenza stampa, alla quale non si è sottratto il ministro Matteo Salvini: “Dopo settimane di chiacchiere a vuoto e ragionamenti di vari analisti, posso dire che c’è la copertura per il collegamento stabile dalla Sicilia all’Italia e all’Europa”.

L’ambizioso progetto è dunque ufficialmente partito, avendo individuato la totalità della copertura da 12 miliardi di euro. Si era già mostrato fiducioso il ministro e vicepremier, che aveva affermato in precedenza come il cronoprogramma fosse in linea con quanto preventivato. Ciò si tradurrà in un avvio del cantiere vero e proprio entro l’estate 2024.

Ma da dove provengono tutti questi soldi? La premier Giorgia Meloni ha parlato di una manovra seria e realistica, per un totale di 24 miliardi di euro. Pare difficile pensare che la leader di Fratelli d’Italia abbia scelto di dedicare metà del budget al ponte sullo Stretto di Messina. Per quanto rappresenti una promessa elettorale rilevante della Lega, sarebbe stato semplicemente irrealistico. Le cose infatti non stanno così. Si può dire, in qualche modo, come Matteo Salvini, e il governo tutto, abbia fatto ricorso a una strategia che, assicurano, sarà vincente.

A spiegare il meccanismo economico attuato è stato il ministro dell’Economia Giorgetti: “Il ponte è finanziato per l’intero ammontare, 12 miliardi, nella proiezione pluriennale. Sono stanziate le prime tre quote a salire, nell’orizzonte temporale”. Lo sguardo è dunque rivolto al futuro e la mastodontica cifra sarà spalmata nel corso degli anni. Non tutto sarà però a carico del governo centrale. Parteciperà infatti anche la Regione Sicilia, investendo 1.2 miliardi di euro per l’opera. Denaro proveniente da risorse non spese relative a risorse nazionali per il ciclo 2014-2020, “con un miliardo di euro provenienti da risorse della nuova programmazione del Fondo sviluppo e coesione (Fsc) 2021-2027, e con ulteriori 200 milioni frutto di economie relative a risorse nazionali per il ciclo 2014-2020 non ancora spese”.

Tutto sembra pronto per trasformare il miraggio del ponte sullo Stretto di Messina in realtà. Una promessa elettorale di Silvio Berlusconi, al quale l’opera potrebbe essere intitolata. A suggerire l’omaggio è stato di recente Antonio Tajani.

Il 30 settembre il consorzio Eurolink ha consegnato la documentazione di aggiornamento dei lavori. Tutto sembra ormai a un passo dalla partenza, salvo la necessaria burocrazia, dovendo verificare aspetti come l’impatto ambientale. Guardando alle spalle, il ponte è già costato agli italiani 1.2 miliardi di euro, stando a una stima del Corriere della Sera. Si fa riferimento alla progettualità precedente, senza mai dare un reale inizio ai lavori. Il governo di Giorgia Meloni sembra però non intenzionato a fare passi indietro, offrendo anche una data precisa per l’approvazione del progetto esecutivo: 31 luglio 2024.

Intanto Matteo Salvini non ha dubbi sull’approvazione sul fronte ecosostenibilità: “Sarà l’opera più green al mondo”. L’ipotesi al momento è quella di aprire i cantieri sulle due sponde entro l’estate 2024, per poi completarlo in circa cinque anni, come spiegato dal ministro a marzo 2023.

Stando al progetto, diventerà il ponte sospeso più lungo al mondo, dovesse mai vedere la luce. Circa 3.660 metri, con un’impalcatura di 60 metri e due torri collocate a terra, chiamate a reggere l’intera opera, per un’altezza totale di 339 metri. Il disegno prevede due carreggiate stradali, con tre corsie per ogni direzione (compresa una d’emergenza, ndr). Non solo auto, però, bensì anche una linea ferroviaria a doppio binario, per una media quotidiana di 6mila veicoli all’ora e 200 treni ogni singolo giorno.

Adesso che i finanziamenti ci sarebbero, l’ultimo ostacolo da superare prima dell’apertura dei cantieri sarebbe quello della burocrazia: nei prossimi mesi infatti serviranno le valutazioni positive in merito all’impatto ambientale e poi quello generale sull’intero progetto esecutivo.

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