Scuola di Pioltello e Ramadan. Valditara: ‘Gli istituti non possono stabilire nuove festività’

Monta la bufera sul caso della scuola di Pioltello che ha deciso di chiudere per il Ramadan il 10 aprile. All’annuncio del ministro Valditara di voler chiarire il caso – scelta condivisa anche dal sottosegretario all’Istruzione e al Merito Paola Frassinetti, ribadendo la richiesta del ministro e aggiungendo che: «La prima nostra preoccupazione è quella di non ledere il diritto allo studio di alcuno» – chiedendo «agli uffici competenti del Ministero di verificare le motivazioni di carattere didattico che hanno portato a deliberare la deroga al calendario scolastico regionale e la loro compatibilità con l’ordinamento», ha pensato bene di rispondere invece con delucidazioni e commenti polemici sulla vicenda la senatrice del Pd Simona Malpezzi, vicepresidente della commissione bicamerale infanzia e adolescenza.

E sulle recriminazioni suscitate – e montate ad arte – sulla scelta di chiudere la scuola per la festa dell’ultimo giorno di Ramadan, ha chiamato in causa direttamente i ministri, ‘Il Giorno’.  Dal titolare del dicastero dell’Istruzione, ovviamente coinvolto dal caso. A Matteo Salvini, che sulla questione aveva commentato: «Mentre qualcuno vuole rimuovere i simboli cattolici – come i crocifissi nelle aule – per paura di “offendere”, in provincia di Milano un preside decide di chiudere la scuola per la fine del Ramadan. Una scelta inaccettabile. Contro i valori. L’identità. E le tradizioni del nostro Paese».

«Che Salvini non sappia come funzionano le scuole può starci, ma che non lo sappia il ministro dell’istruzione è grave», ha tuonato nelle scorse ore la senatrice del Pd in visita al comprensivo Iqbal Masih.  Un attacco senza troppi giri di parole, in cui l’esponente dem in difesa a spada tratta della decisione dirigenziale, sentenzia: «Dal dirigente una scelta di inclusione. Ma anche di didattica». E il riferimento alla richiesta di delucidazioni sulle «motivazioni di carattere didattico che hanno portato a deliberare la deroga al calendario scolastico regionale e la loro compatibilità con l’ordinamento», avanzata dal ministro Valditara, è tutt’altro che casuale.

Il titolare di Viale Trastevere affida al suo account social su X, dove scrive: «Rispetto alla vicenda di Pioltello inviterei la senatrice Malpezzi e la deputata Manzi ad evitare polemiche scomposte e strumentali nel rispetto dei ruoli istituzionali e della intera comunità scolastica. Ovviamente le scuole non possono stabilire nuove festività in modo diretto o indiretto», sottolinea il ministro sulla giornata di chiusura decisa dall’istituto comprensivo di Pioltello nel giorno di fine del Ramadan. «Il mio obiettivo – ha ribadito Valditara a margine della presentazione della Smart Factory Lab di Cima al Milano Innovation District – è far rispettare la legge. La legalità. Le regole. Il calendario scolastico lo definisce Regione Lombardia. Le scuole possono derogare per esigenze comprovate legate al piano dell’offerta formativa».

Non a caso, allora, come riporta il sito del Tgcom24 sul caso della scuola di Pioltello, l’Ufficio scolastico regionale della Lombardia sta effettuando verifiche in merito alla scelta dell’istituto Iqbal Masih di chiudere il 10 aprile. Dopo aver detto di aver chiesto accertamenti, Valditara ha spiegato che «l’Ufficio scolastico sta verificando innanzitutto se la delibera», con cui è stata fatta questa scelta di calendario, «è stata motivata. Perché le delibere in deroga al calendario regionale devono essere sempre motivate». In secondo luogo, ha aggiunto, si sta verificando «se effettivamente questa deroga corrisponda a esigenze di natura didattica legate al piano dell’offerta formativa. Dopo di che l’ufficio scolastico farà le sue valutazioni. È un problema di rispetto di legge e regole».

Il giornalista e scrittore Magdi Cristiano Allam, da parte sua, ha acceso un acceso dibattito sulla questione del digiuno del Ramadan a scuola per i bambini musulmani.

In un’intervista a La Nazione, Allam ha infatti proposto che lo Stato vieti il digiuno ai bambini che frequentano le scuole in Italia, adducendo come motivazione principale la tutela della loro salute.

Allam si basa su segnalazioni di maestre e dirigenti scolastiche che hanno notato bambini di 6-7 anni digiunare per il Ramadan, mostrando segni di spossatezza e difficoltà di concentrazione. Il digiuno, che dura dalle 12 alle 14 ore al giorno, può infatti avere gravi rischi per la salute dei bambini in età di sviluppo.

La pratica del digiuno durante il Ramadan per i bambini musulmani sembra essere in crescita, con casi segnalati in diverse scuole primarie di Firenze e dintorni. In passato, il digiuno era generalmente introdotto a partire dalle scuole medie, intorno ai 12 anni.

L’imam di Firenze Izzedin Elzir sostiene che in molti casi sono i bambini stessi a voler digiunare per emulare i grandi e dimostrare la loro maturità. Alcune famiglie, pur preferendo attendere l’età della pubertà, si trovano ad assecondare il desiderio dei figli. L’imam Elzir sottolinea comunque che la salute è la priorità e che l’Islam non impone il digiuno se questo mette a rischio la vita.

Allam ritiene che sia necessario un intervento dello Stato per tutelare la salute dei bambini minorenni. La proposta di una normativa specifica sul digiuno a scuola è volta a evitare che i bambini vengano sottoposti a una condizione alimentare che possa compromettere il loro benessere.

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