‘L’Italia è il primo, più credibile, più solido interlocutore degli Usa nell’Unione europea’, afferma il vicepremier e ministro dell’Interno, Matteo Salvini, in un punto stampa a Washington.
‘Condivido le preoccupazioni dell’amministrazione americana sia nei confronti della Cina che nei confronti dell’Iran’. La posizione dell’Italia con l’Iran – ha aggiunto il vicepremier – è già cambiata: nessuno si può permettere di dire di voler cancellare uno stato dalla faccia dalla terra, come Israele, e avare relazioni normali.
Ci sono visioni e soluzioni comuni con l’amministrazione Trump sui temi di politica estera dall’Iran al Medio Oriente, dal Venezuela alla Libia. L’ostinazione dell’Ue sui vincoli, sull’austerità non aiuta – ha proseguito Salvini: ‘Per questo ci apprestiamo a trattare con l’Unione europea da pari a pari senza timori reverenziali’.
Il leader della Lega incontra il segretario di Stato Mike Pompeo e il vice presidente Mike Pence per allineare l’Italia sul crinale della massima lealtà e fedeltà atlantica. Una collocazione diversa del fronte critico franco-tedesco, nella speranza di sottrarre l’Italia anche dallo scontro Usa-Cina. Nella guerra commerciale dei dazi, dice il ministro dell’Interno, ‘penso che nell’obiettivo di Trump non ci sia l’Italia e i suoi prodotti. Mi sembra sia chiaro che i problemi stiano altrove, a Berlino piuttosto che a Parigi’.
Salvini fa capire che grazie alle speciali relazioni costruite in questa visita lampo, l’Italia si ritaglia un posto al sole: ‘L’Italia vuole tornare a essere nel continente europeo il primo partner della più grande democrazia occidentale. L’incontro con Pence è andato benissimo. Ho ribadito il dovere di poter tagliare le tasse sul modello Trump: siamo d’accordo sul 99% della visione del mondo’.
Ieri mattina visita al Cimitero militare di Arlington e al memoriale per i caduti del Vietnam a Washington, dove ha deposto una corona di fiori al Milite ignoto, ma fin dal suo arrivo lunedì sera a Villa Firenze, la residenza dell’ambasciatore italiano Armando Varricchio, Salvini spiega la chiave del suo viaggio: fare dell’Italia l’«interlocutore europeo» privilegiato degli Usa.
La prossima legge di bilancio «dovrà essere trumpiana». Taglio drastico delle tasse su imprese e persone fisiche; semplificazione burocratica. «Ho raccolto un bel po’ di materiale sul fisco. Gli Usa devono essere il nostro modello», dice Matteo Salvini alla fine della visita lampo a Washington. Nel mezzo un colloquio con Grover Norquist, uno degli ispiratori della riforma tributaria voluta da Donald Trump. Salvini è convinto che la formula trumpiana, riedizione della vecchia e controversa «curva di Laffer», possa aver successo anche in Italia. Si dovrà confrontare con i numeri e la sostenibilità del debito pubblico italiano. Nel frattempo Matteo Salvini porta a casa un risultato diplomatico per lui positivo.