Roma, spiaggia affidata a Libera; abusi si, abusi no? La bipolarità del municipio di Ostia

Circa 2 mesi fa l’associazione antimafia Libera ha riconsegnato una spiaggia del Comune di Roma (la Spqr) che le era stata affidata a settembre 2014 con un bando pubblico del municipio di Ostia. Motivazione? La “scoperta improvvisa di una determina del 2010, omessa in sede di bando e di firma della convenzione, che chiedeva ai precedenti gestori di abbattere il chiosco-bar in quanto abusivo” si legge in una nota congiunta dell’associazione di don Ciotti e di altre due associazioni che hanno gestito la spiaggia.

Libera sapeva degli abusi già a settembre 2014?

Quella che Libera e le altre associazioni affidatarie della spiaggia in questione hanno definito una “brutta sorpresa” non avrebbe dovuto stupire così tanto visto che il fatto che fossero presenti degli abusi è scritto nero su bianco sulla convenzione per l’affidamento della spiaggia firmata il 26 settembre 2014 proprio dalle associazioni Libera, Uisp (Unione italiana sport per tutti) e l’associazione sportiva Le Grand Coureur; le tre associazioni componenti l’Ati, l’associazione temporanea d’impresa formata per gestire la spiaggia Spqr. L’articolo 3 della convenzione tra l’Ati e il municipio di Ostia (che Progetto Italia News è riuscita a consultare) intitolato ‘Oneri a carico dell’affidataria’, alla lettera I recita “ripristinare, entro 120 giorni dalla data odierna, i luoghi secondo la planimetria al presente atto quale parte integrante e sostanziale sub allegato A”. Idem con patate anche nel bando di gara di febbraio 2014 per l’affidamento della spiaggia. E in allegato, in entrambi i documenti, è presente la planimetria stessa della spiaggia e delle strutture presenti, per dare delle soluzioni al ripristino dei manufatti secondo la legge. Planimetria che non pare molto chiara perché per la spiaggia in questione vi sono due disegni differenti e non si capisce a quale dei due bisogna far riferimento per “ripristinare” l’area come prescritto dalla convenzione. Certo è che se uno si trova davanti due planimetrie, di cui una con meno manufatti dell’altra, è facile immaginare che parlando di abusi da eliminare si debba prendere in considerazione la planimetria con meno manufatti ma fatto sta che Libera, insieme a Uisp e Grand Coreur, il 14 gennaio 2015 decide di inviare una lettera al municipio chiedendo quale delle due planimetrie deve essere presa in considerazione per il “ripristino” dell’area “entro 120 giorni” dalla convenzione stipulata col municipio. Richiesta che, tra l’altro, avrebbe anche potuto fare un anno prima dopo aver letto il bando di gara di febbraio 2014 con le medesime planimetrie differenti allegate.

Comunque, al di là delle considerazioni personali sull’operato di un’associazione antimafia importante come Libera, con una tempestività degna di una lumaca il municipio risponde il 18 marzo 2015 sottolineando che “i manufatti presenti sull’arenile in questione, come rappresentati in allegato al bando di gara, debbano ritenersi acquisiti al patrimonio demaniale marittimo”. Allora perché nel bando e nella convenzione era sottolineato chiaramente che bisognava ripristinare l’area? Perché nel 2010 è stata fatta una determina che dice chiaramente che in quella spiaggia sono presenti degli abusi da abbattere?

Municipio di Ostia bipolare

Insomma, il municipio di Ostia sembrerebbe schizofrenico o bipolare. Prima nel 2010 sottolinea nero su bianco gli abusi da abbattere, poi a febbraio e settembre 2014, nel bando e nella convenzione, prescrive a Libera di “ripristinare” l’area entro 120 giorni mettendo 2 planimetrie differenti per la medesima spiaggia e qualche mese dopo, invece, dice che non c’è nulla da abbattere. Ma se il municipio è schizofrenico Claudio Saccotelli, per anni direttore apicale del municipio di Ostia, forse è da trattamento sanitario obbligatorio. E’ stato presidente della commissione incaricata di valutare le offerte presentate dai soggetti partecipanti al bando di gara in questione ma è anche colui che a marzo 2015 risponde a Libera assicurandola che non ci sono manufatti abusivi da abbattere nella spiaggia e che sono da “ritenersi acquisiti al patrimonio demaniale marittimo”. E forse sarà una semplice coincidenza ma, la lettera rassicuratrice di Saccotelli a Libera è datata 18 marzo 2015, la stessa identica data delle dimissioni del presidente del municipio di Ostia, Andrea Tassone, arrestato in seguito per Mafia Capitale.

Una gestione imbarazzante delle spiagge del litorale romano da parte dell’amministrazione pubblica che a quanto pare non è stata notata da nessuno, ne dalla politica, ne dai giornali che invece si sono soltanto limitati soltanto ad elogiare Libera e le altre associazioni che ‘appena’ accortesi degli abusi hanno riconsegnato la spiaggia. Nessuno si è preso la briga di fare la cosa più semplice del mondo; leggere le carte.

Indagine dell’Anac per “numerosi profili d’illegittimità” nell’affidamento dei servizi balneari nelle spiagge libere di Ostia

E la spiaggia in questione è finita, due giorno dopo la riconsegna della stessa al municipio di Ostia, sotto la lente dell’Anac, l’Autorità nazionale anticorruzione. Una consecutio temporum che lascia perplessi. Il 18 aprile Libera e le altre associazioni riconsegnano la spiaggia, accorgendosi improvvisamente degli abusi, e il 20 aprile l’Autorità anticorruzione comunica che vi sono “anomalie nel bando di gara per l’assegnazione dei servizi su otto lotti del litorale romano”, compreso quello affidato a Libera, sottolineando “numerosi profili d’illegittimità” nell’affidamento dei servizi balneari nelle spiagge libere di Ostia. L’istruttoria dell’Anac è partita da un esposto del presidente di Labur (Laboratorio di Urbanistica) Andrea Schiavone, in merito a presunte irregolarità sull’affidamento del lotto 8, quello appunto affidato a Uisp e Libera.

Luca Teolato

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