Ammonta a circa 130 milioni di euro il patrimonio di beni mobili e immobili riconducibile ai clan dell'alleanza di Secondigliano sequestrato, su tutto il territorio nazionale, dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli nell'ambito della maxi operazione interforze scattata all'alba e coordinata dalla Procura della Repubblica. I Carabinieri e la Polizia di stato hanno notificato oltre 100 provvedimenti cautelari, in tutta Italia, a presunti appartenenti ai clan Contini, Mallardo e Licciardi, 26 giugno 2019. ANSA/CARABINIERI +++ ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING +++

Rapine e furti: una base nel centro storico di Cosenza

Sono state indagini complesse che hanno richiesto un impegno protratto nel tempo. Per due anni le due bande hanno seminato il panico nelle province di Cosenza, Vibo, Catanzaro e anche Taranto

Ogni colpo era studiato nei minimi dettagli, pensato e dettagliato. C’era chi doveva provvedere all’effrazione, e dunque pensare alle saracinesche per favorire l’ingresso della banda, chi invece si occupava di portare via il materiale rubato e chi invece monitorava la strada con tanto di staffette, per evitare i controlli. Staffette in alcuni casi anche molto pericolose per l’incolumità non solo dei carabinieri ma anche degli utenti della strada. Sono stati raccolti elementi che hanno accertato la responsabilità in ordine a 38 furti, perpetrati in danno di bar, tabacchi, sale giochi e scommesse, distributori di carburanti, supermercati, cash & carry, concessionarie auto, aziende per la produzione di mezzi ed utensili da lavoro, per la produzione e distribuzione del caffè, per la distribuzione del gas, imprese edili ecc.. delle province di Cosenza, Catanzaro, Vibo Valentia e Taranto. L’indagine denominata “Vulture” (“Avvoltoi”), avviata nel mese di ottobre 2017 ha portato all’esecuzione di 19 provvedimenti di custodia cautelare (di cui 11 in carcere, 5 agli arresti domiciliari e 3 obblighi di dimora), emesse dall’Ufficio G.I.P. presso il Tribunale di Cosenza – su richiesta della locale Procura della Repubblica – nei confronti di altrettanti soggetti, indagati, a vario titolo, per i reati di “associazione per delinquere” finalizzata alla commissione di “furti” e “ricettazione”, nonché per “rapina in abitazione”, “resistenza a pubblico ufficiale”.

I colpi sono stati messi a segno in quasi 20 differenti comuni: Cosenza, Rende, Montalto Uffugo, Amantea, Paola, Villapiana, Mangone, Diamante, Lamezia Terme, Corigliano-Rossano, Bisignano, Cetraro, Palagiano, Cassano all’Ionio, Pizzo Calabro, Camigliatello Silano, per un danno complessivo stimato in circa 700.000€. I carabinieri hanno effettuato diversi interventi riuscendo a recuperare parte della refurtiva trafugata nei 38 episodi predatori consumati tra cui autovetture, prodotti cosmetici, generi alimentari, tabacchi, gratta e vinci, utensili vari, televisori, tablet, piccoli elettrodomestici, restituiti ai legittimi proprietari. Nonché a sequestrare 3 autovetture e diversi arnesi da scasso in uso al gruppo criminale.

Bande dell’est europa, Corigliano-Rossano e Cosenza

Così ha raccontato i dettagli dell’operazione il comandante provinciale dei carabinieri di Cosenza, Piero Sutera che ha parlato di “indagini complesse che hanno richiesto un impegno protratto nel tempo, due anni, coordinate dalla Procura di Cosenza e che hanno puntato l’attenzione su due distinti gruppi criminali; bande specializzate in rapine nelle case e furti nelle aziende ed esercizi commerciali. Le bande si componevano di soggetti dell’Est Europa e di italiani della zona di Corigliano Rossano e del centro storico di Cosenza. Due distinti gruppi criminali, uno composto da slavi con base in un campo rom di Napoli dediti per lo più a rapine e furti anche con modalità particolarmente violente ai danni di privati, e l’altro prediligeva centri commerciali e attività locali. Sono stati raccolti elementi di prova molto solidi in ordine almeno a 40 colpi tra rapine in abitazione e furti che venivano in gran parte compiuti nelle zone industriali di Rende e Montalto ai danni di attività di vario genere”.

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