Procaccini: verso l’8 giugno con fiducia, l’Italia può diventare il paese guida dell’Ue

In Europa le ripercussioni del voto in Sardegna non sono arrivate. Nicola Procaccini, europarlamentare di FdI e copresidente del gruppo dei conservatori europei, sull’esito del voto in Sardegna non si sofferma troppo: “Dispiace che per uno 0,3% non siamo riusciti a dare continuità alle politiche del centrodestra. Le cui liste comunque hanno avuto più voti di quelle del centrosinistra”. Procaccini è proiettato verso il voto europeo dlel’8 e 9 giugno che – dice – saranno un vero punto di svolta.

‘Inevitabile che il voto europeo abbia anche una valenza nazionale, ma per valutare il consenso intorno al governo  esistono  i sondaggi. Per questo io credo che queste elezioni europee siano più importanti del solito perché per la prima volta accadono due cose. La prima è che il parlamento europeo sembra destinato a spostare il proprio punto di equilibrio drasticamente verso il centrodestra, la seconda è che l’Italia potrebbe diventare il paese guida dell’Unione europea grazie al fatto di essere il governo più stabile fra i governi dei grandi d’Europa. Il partito della premier sembra destinato a diventare se non il partito più rappresentato a Bruxelles, di sicuro uno dei primi tre. E questo potrebbe dare all’Italia un ruolo che non ha mai avuto. Cinque anni fa si votava in uno scenario completamente diverso, si votava con un consiglio europeo che era dominato dal centrosinistra e una commissione europea con le stesse caratteristiche. Oggi invece noi già sappiamo che indipendentemente da come andranno le elezioni due delle tre gambe su cui si poggiano le istituzioni europee saranno di centrodestra, ovvero consiglio e commissione.  La terza gamba è il parlamento e noi sappiamo dai sondaggi che l’equilibrio si sta spostando in maniera molto drastica verso il centrodestra. Noi siamo per un’Europa confederale, un’alleanza di nazioni che decide di fare poche cose insieme ma importanti. Per esempio la difesa comune.  Noi siamo anche favorevoli alla protezione dei confini europei, così come siamo a favore della protezione del mercato interno europeo che è fatto di mezzo miliardo di persone che si muovono e si scambiano merci. Un valore enorme che va difeso dalla concorrenza sleale che arriva dal resto del mondo. Serve più Europa sul piano energetico. Noi pensiamo in definitiva che l’Unione europea abbia senso soltanto se fa le cose che le nazioni singole non potrebbero fare, mettendo così in pratica il principio di sussidiarietà. Dall’altra parte ci sono i sostenitori degli Stati uniti d’Europa, che vuol dire un modello federalista che riduce le nazioni a organismi regionali.

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