Politica monetaria non convenzionale

La BCE deve affrontare un malfunzionamento sui mercati monetari che impedisce il corretto funzionamento della politica monetaria.   I tradizionali meccanismi di trasmissione, che normalmente conducono gli impulsi di policy all’economia, non svolgono più la loro funzione visto che   sui mercati finanziari europei sorgono asimmetrie che rendono squilibrati gli effetti delle misure adottate. Con questa  breve introduzione vogliamo   soffermarci sulla critica sollevata dal FMI nei confronti della BCE, e  sul fatto che quest’ultima continui ad applicare una politica monetaria convenzionale. Il numero uno del FMI Christine Lagarde in un intervento alla School of  Advanced International  Studies alla vigilia del consiglio direttivo della BCE afferma che una bassa inflazione può soffocare la crescita e l’occupazione,   invitando per l’ennesima volta la BCE a tagliare i tassi e a varare una politica monetaria non convenzionale contro il rischio di deflazione nell’Eurozona. Politica monetaria non convenzionale indica l’insieme di politiche urgenti  e fuori dal comune,  attuate dalle autorità monetarie a seguito della crisi finanziaria del 2007. Fino a quella data, in molti paesi le politiche monetarie venivano condotte in base ad alcuni criteri noti come regola di Taylor, le quali stabiliscono che il tasso d’interesse nominale deve variare in modo endogeno in risposta ai movimenti del tasso d’inflazione e del prodotto interno lordo rispetto ai loro target. Queste affermazioni hanno creato una polemica tra Christine Lagarde e Mario Draghi su possibili nuove misure contro il rischio inflazione. La BCE  è risoluta nella sua determinazione a mantenere una politica monetaria altamente accomandante la quale viene utilizzata quando una banca centrale espande l’offerta di moneta globale per  rilanciare l’economia. Questo viene effettuato per incoraggiare una maggiore spesa da parte dei consumatori e delle imprese, ed inoltre la BCE non esclude un ulteriore allentamento della politica monetaria con il “ quantitative easing”, ovvero con gli acquisti di titoli finanziari. Il consiglio direttivo ne ha discusso durante la riunione così come ha discusso di un nuovo taglio dei tassi d’interesse, di una riduzione del tasso sui depositi overnight  delle banche e di prolungare l’erogazione a volume illimitato per le aste di finanziamento. Draghi in ultimo afferma che nei paesi dell’area euro si registra una ripresa economica con i primi segnali di miglioramento sul mercato del lavoro.

Fabio Damora

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