Mafia: in Sicilia 399 interdittive in 2 anni, “Prefetture baluardo”

Tra il 2017 e il 2018 in Sicilia sono stati adottati quasi 400 provvedimenti interdittivi antimafia. Complessivamente, nello stesso periodo, le richieste di documentazione antimafia pervenute alle prefetture siciliane sono state 82.071 mentre i provvedimenti emessi 399 (0,5%). Questo il dato che emerge nel corso del seminario di studi “La prevenzione delle infiltrazioni mafiose nell’economia legale. Le interdittive del prefetto e le sue fonti di conoscenza”, in corso stamane in prefettura, a Palermo. Presenti, tra gli altri, il presidente della III Sezione del Consiglio di Stato Franco Frattini, il procuratore Nazionale Antimafia Federico Cafiero De Raho e il prefetto di Palermo, Antonella De Miro. L’occasione per un focus sulla documentazione antimafia quale strumento per la prevenzione delle infiltrazioni mafiose negli appalti e contratti pubblici, concessioni, autorizzazioni ed erogazioni pubbliche.

“Le prefetture si confermano le istituzioni baluardo delle legalita’ e a difesa dall’economia legale dagli assalti speculativi delle mafia, intercettando con carattere di tempestivita’ i sempre piu’ raffinati tentativi di nascondere attivita’ economiche – ha detto il prefetto De Miro – se le comunicazioni attestano l’assenza di gravi condanne ostative, le ‘informazioni’ consentono di operare un’analisi approfondita di possibili compromissioni allargando il monitoraggio anche in ambito familiare, amicale e delle cointeressenze economiche di un imprenditore”. Per De Miro, i provvedimenti interdittivi adottati dai prefetti costituiscono insostituibile difesa e salvaguardia dell’ordine pubblico economico, della libera concorrenza tra le imprese e del buon andamento della pubblica amministrazione”. Determinante organo di supporto del prefetto e’ il Gruppo Interforze che rappresenta “un concreto esempio di valorizzazione tra le diverse competenze dell’apparato di sicurezza dello Stato, un lavoro di squadra che garantisce la circolarita’ delle informazioni di sicurezza dello Stato – ha concluso – un lavoro di squadra che garantisce circolarita’ delle informazioni, valorizzandone il contenuto e la ricerca di ulteriori spunti informativi”.

 

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