L’hotel Rigopiano spazzato via, ricerche senza sosta. Due morti, trenta dispersi

All’Hotel ‘Rigopiano’ a Farindola sul Gran Sasso, spazzato via da una slavina di immense proporzioni, i soccorritori hanno lavorato per tutta la notte, in condizioni estreme, alla ricerca della trentina di dispersi che ancora mancano all’appello. Con le temperature ampiamente sotto lo zero, i soccorritori hanno lavorato grazie all’ausilio delle fotocellule ma a ritmi ridotti: non ci sono infatti le condizioni di sicurezza necessarie per operare in maniera massiccia e, dunque, si è preferito ridurre il numero degli uomini impegnati. Nel corso della notte le turbine e le ruspe hanno proseguito inoltre il lavoro per liberare la strada che sale all’hotel e consentire una migliore circolazione dei mezzi di soccorso. Da ieri sono stati estratti due corpi dalle macerie. La Procura ha aperto un’indagine per omicidio colposo. ‘Da ieri sera stiamo lavorando in condizioni difficili nella ricerca di superstiti. I cani spesso fiutano odori ma dobbiamo scavare per oltre 4, 5 metri prima di arrivare al terreno’. E’ il racconto di Matteo Gasparini, responsabile del Soccorso alpino della Valdossola. Con i tecnici della delegazione Valdossola anche quelli di Canavese, Cuneo, Mondovì, Valsusa, Valsangone. Le squadre sono partite ieri dopo che dal Coordinamento Nazionale della Protezione Civile aveva chiesto rinforzi. Cinque automezzi sono partiti stamattina alle ore 5 con l’obiettivo di dare il cambio agli operatori del CNSAS del Centro Italia. ‘Una roba da non credere, è stato scioccante, mai visto niente del genere. Temo ci siano poche speranze di ritrovarli in vita’. Così, visibilmente provato, Cristian Labanti, l’operatore del Soccorso Alpino emiliano che insieme ad Agostino Zini, Daniele Nasci e Alessandro Tedeschi era partito con gli sci dal versante aquilano del Gran Sasso. I quattro sono stati tra i primi ad arrivare: ‘Abbiamo compiuto piccoli sondaggi, ma ci siamo trovati di fronte un muro di neve e macerie’. Ero sceso per coordinare da Pescara le operazioni di soccorso per lo sgombero neve, poi la situazione alle 17 è precipitata. Per questo non ero lì, ha raccontato a Barbara D’Urso in collegamento telefonico per ‘Pomeriggio 5’, Bruno Di Tommaso, direttore dell’Hotel Rigopiano, travolto dalla valanga. L’uomo è il nipote di Roberto Del Rosso, gestore del resort. L’avevo sentito alle 16,  ha detto Di Tommaso,  attraverso messaggini, stavo aggiornando i ragazzi sulla situazione. Roberto era preoccupato per la tanta neve. Al momento della valanga, ha raccontato Di Tommaso, all’interno c’erano 11 dipendenti dell’albergo e 24 ospiti. ‘Tutto lo staff era radunato al bar, mentre gli ospiti si trovavano nella hall perché stavano per andare via’, ha detto il direttore dell’albergo.  Uno spazzaneve, chiesto dall’hotel Rigopiano, per far tornare a valle i clienti, visto la troppa neve e soprattutto la paura per le scosse di terremoto, sentite in modo particolare in quel versante del Gran Sasso. Uno spazzaneve che però non ha fatto in tempo ad arrivare, anche per la bufera in corso. E’ quanto emerge nelle prime ricostruzioni di quanto avvenuto nelle ultime ore prima della valanga che ha travolto l’albergo. Pronta la risposta della prefettura: ‘Appena abbiamo saputo non con certezza, ma solo che poteva esserci una possibilità, abbiamo subito mandato una colonna mobile’. Il primo a raccontare la sua versione è Quintino Marcella, ristoratore e datore di lavoro di Giampiero Parete, il superstite della valanga che proprio al ristoratore ha lanciato l’allarme: ‘Giampiero e tutti gli altri ospiti dell’albergo avevano pagato ed avevano raggiunto la hall, pronti per ripartire non appena arrivato lo spazzaneve. Gli avevano detto che sarebbe arrivato alle 15, ma l’arrivo è stato posticipato alle 19. Avevano preparato già le valigie, tutti i clienti volevano andare via’. L’uomo poi ripercorre le fasi che hanno portato ad attivare la macchina dei soccorsi. Ho chiamato la Polizia che mi ha passato una coordinatrice della Prefettura la quale mi ha detto ‘abbiamo parlato due ore fa col direttore dell’albergo e lì non c’è nulla’. Io ho insistito affinché mandassero i soccorsi, ma mi è stato detto che non era successo nulla. Ho provato a chiamare anche gli altri e forse questo ha ostacolato i soccorsi. Ho chiamato tutti, 113, 112, 118, 117, 115, oltre a messaggi ad amici e in paese. A Giampiero dicevo che stavamo arrivando, non pensavo ci fossero tutte queste difficoltà. I clienti e le persone presenti all’interno dell’albergo erano spaventate per le forti scosse di terremoto e non tanto per il maltempo e per la neve abbondante. Ovviamente una slavina era inimmaginabile,  dice all’Ansa un amico di Roberto Del Rosso, titolare dell’hotel Rigopiano, con cui ieri pomeriggio, verso le 15, si è scambiato dei messaggi. Il proprietario ha riferito al conoscente dei timori degli utenti per le forti scosse e del fatto che tutti erano pronti a partire, si attendeva solo la turbina. Anche Del Rosso è tra i dispersi. Uno dei superstiti, il 38enne Giampaolo Parete, in ospedale a Pescara, piange: ‘Lì sotto ci sono mia moglie e i miei due figli. Io sono salvo solo perchè ero andato a prendere una cosa in macchina’.  E’ stata un’enorme ‘colata di detriti’ a travolgere l’hotel Rigopiano, ha riferito il geologo intervistato dall’Ansa. Le immagini dell’interno dell’hotel mostrano gli spazi comuni distrutti e coperti da cumoli di neve, rami di alberi e macerie. La situazione è drammatica, l’albergo è stato spazzato via, è rimasto in piedi solo un pezzetto, hanno riferito i vigili del fuoco. Ci sono tonnellate di neve, alberi sradicati e detriti, hanno aggiunto. Ci sono materassi trascinati a centinaia di metri.

 

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