Legge bilancio e Cesare Damiano

‘La legge di Bilancio, firmata dal presidente della Repubblica, arriverà nei prossimi giorni alla Camera per l’esame delle Commissioni. Finalmente abbiamo un testo definitivo, dopo le bozze circolate nei giorni scorsi. Sulle pensioni è stato ‘sostanzialmente’ rispettato il verbale sottoscritto da Cgil, Cisl e Uil con il Governo, ma qualche ‘manina’ è intervenuta con alcuni ritocchi che corrono il rischio di far diventare negativo il giudizio sulla parte previdenziale della manovra’,  dichiara Cesare Damiano, Presidente della Commissione Lavoro alla Camera. Vorremmo sapere chi è che si diverte, in modo arbitrario, a mettere in discussione la legislazione esistente, forse pensando di non dare troppo nell’occhio. Ci riferiamo alla manomissione dei contenuti della settima salvaguardia degli esodati, mentre viene addirittura inserita, come da noi insistentemente richiesto, l’ottava salvaguardia nella legge di Bilancio. Con un duro confronto,  spiega Damiano,   avevamo ottenuto, per i lavoratori in mobilità, di fissare nella settima salvaguardia la data entro la quale poter accedere all’istituto della mobilità, cioè il 31 dicembre del 2014. Inspiegabilmente e senza alcun confronto, la data è stata anticipata al 31 dicembre del 2012. In questo modo si tagliano fuori, tanto per cominciare, i lavoratori dell’Alitalia e della ex Eutelia, oltre a molte altre aziende. Ma non basta: mentre si ridimensionano le platee dei lavoratori in mobilità da salvaguardare, si dichiara che questa salvaguardia sarà l’ultima e, nel Decreto fiscale, si stornano dal Fondo esodati quasi 600 milioni di euro. Un vero capolavoro di insipienza politica: ‘La ‘manina’ si rassegni: faremo un emendamento per rimettere le cose al loro posto per fare in modo che l’ottava salvaguardia sia l’ultima, ma non a parole’. Un secondo aspetto problematico, spiega Damiano, riguarda Opzione Donna. Che fine ha fatto il rapporto che doveva essere consegnato dal Governo entro fine settembre? Risulterebbe che i risparmi sarebbero consistenti, rispetto ai 2,5 miliardi di euro stanziati per coprire altre 36.000 domande,  secondo i calcoli  fatti dall’Inps. Sarebbe grave se il ritardo derivasse da una interpretazione restrittiva della legge, secondo la quale i risparmi non potrebbero essere riutilizzati e il contatore sarebbe una pura invenzione. Facciamo presente che il testo della norma, dopo un lungo confronto, è stato redatto dal Governo e dalla Ragioneria sulla base di una intenzione precisa e condivisa: prolungare, con i risparmi, la sperimentazione di Opzione Donna. Se questa scelta venisse negata ci troveremmo di fronte a un vero e proprio inganno. Per evitare ulteriori equivoci pensiamo che Opzione Donna vada inserita nella legge di Bilancio.

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