La Meloni tra difesa e attacco

Durante la conferenza stampa di fine anno, ha difeso per tre ore la sua legge finanziaria, ma è andata anche all’attacco di chi pronostica la fine del suo esecutivo prima delle prossime europee, parlando del futuro della legislatura e proiettando il suo governo in un orizzonte di 5 anni. La legge di bilancio appena varata, in linea con quanto tracciato dall’esecutivo Draghi, risponde ai criteri indicati dalla Commissione Europea e rassicura i mercati finanziari. Certo le misure adottate risentono fortemente dell’effetto negativo generato dall’aumento dei costi dell’energia e del conflitto russo-ucraino: problemi reali che all’occorrenza la Premier usa anche come alibi. Si rende conto che i risultati della manovra di bilancio appena varata, saranno valutati in tempi lunghi, nel senso che se l’economia reggerà l’onda d’urto determinata  dalla spirale inflazionistica  nei prossimi sei mesi, le prospettive di durata e di successo del suo governo si consolideranno, in caso contrario la tenuta della maggioranza ma anche quella del sistema Paese si incrinerà pericolosamente. Non a caso,  la Presidente del Consiglio alla domanda se il suo governo tendesse alla sopravvivenza, ha risposto in modo netto, escludendo a priori un’ipotesi del genere, sottolineando che la sua è una scommessa senza subordinate, quindi nessun compromesso che la possa far apparire debole politicamente. L’ipotesi di ricorrere ad un eventuale scostamento di bilancio, verrebbe presa in considerazione con moltissime cautele. Così come viene riaffermato il diniego di ricorrere al MES ( meccanismo europeo di stabilità), scelta in discontinuità con il Governo Draghi. E rimane l’incognita degli alleati di governo, che almeno per adesso sembrano allineati sulla strategia adottata dalla Premier, ma nel frattempo guardano con apprensione ai sondaggi che li vedono ridimensionarsi sempre di più. Ma bisogna vedere quale sarà la reazione al sorgere delle vere difficoltà, perché il sistema dei partiti è in continua evoluzione e le conseguenze di una  crisi economica e sociale sono appena all’inizio e quindi non si sono ancora manifestate  nella loro interezza. Riguardo poi all’intenzione della Meloni di dar vita al modello presidenzialista, che sta al centro della sua idea di  riforma istituzionale, bisogna attendersi una levata di scudi da parte delle opposizioni ma anche da settori della sua stessa maggioranza, che guardano con preoccupazione ad una riscrittura della Carta Costituzionale. Ed un eventuale ricorso al referendum popolare, finirebbe per dividere il Paese. Ma Giorgia Meloni ribadisce in modo incondizionato la sua adesione ai valori e ai principi contenuti nella Carta Costituzionale. Pur non rinnegando le sue origini legate al MSI, prende le distanze in modo netto e chiaro dal fascismo. E’ chiaro che si sta sforzando di dare una lettura giustificativa del suo passato politico e delle origini in cui esso affonda.

Andrea Viscardi

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