Panoramica dell'aula nel corso della discussione del ddl n. 1741 di conversione del decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6 sulla gestione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19 al Senato, 4 marzo 2020. ANSA/MAURIZIO BRAMBATTI

La Cei contro il ddl contro l’omofobia: “Rischio di derive liberticide”

”Non serve una nuova legge”: lo afferma la Cei parlando del ddl contro l’omofobia all’attenzione del Parlamento. Per i vescovi “esistono già adeguati presidi con cui prevenire e reprimere ogni comportamento violento o persecutorio”. “Questa consapevolezza ci porta a guardare con preoccupazione alle proposte di legge attualmente in corso di esame presso la Commissione Giustizia della Camera dei Deputati contro i reati di omotransfobia” perché “un’eventuale introduzione di ulteriori norme incriminatrici rischierebbe di aprire a derive liberticide”.

“Sorprendono le critiche della Presidenza Cei alla legge contro l’omotransfobia – dice il relatore Alessandro Zan, deputato del Partito Democratico -, il cui testo unificato ancora non è stato depositato e su cui stiamo ancora lavorando. Lo ripeto per l’ennesima volta a scanso di fraintendimenti: non verrà esteso all’orientamento sessuale e all’identità di genere il reato di “propaganda di idee” come oggi è previsto dall’art. 604 bis del codice penale per l’odio etnico e razziale. Dunque nessuna limitazione della libertà di espressione o censura o bavaglio come ho sentito dire in questi giorni a sproposito”.

“Il testo base contro l’omotransfobia – spiega il relatore – che tra pochi giorni verrà adottato in Commissione Giustizia della Camera interviene sui reati di istigazione a commettere atti discriminatori o violenti e sul compimento di quei medesimi atti per condotte motivate dal genere, dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere. E estende ai reati comuni commessi per le stesse ragioni l’aggravante prevista dall’articolo 604-ter”.

Sebbene il Movimento 5 Stelle, Italia Viva e Partito Democratico siano divisi su molti temi, sulla liberalizzazione dei “nuovi diritti” sono tutti d’accordo. Proprio in questi giorni, infatti, la Camera dei Deputati è chiamata ad esaminare il ddl Zan-Scalfarotto.

Proprio pochi giorni fa, l’esecutivo ha inaugurato un portale deputato al benessere e la salute delle persone transgender.

In merito alla questione si è espresso Simone Budelli, presidente dell’Unione giuristi cattolici di Perugia: “Il ddl Zan-Scalfarotto contro l’omotransfobia è ammantato di libertà e progresso, ma è in realtà una legge liberticida, che non apporta nessuna ulteriore garanzia per la minoranza gender. Il ddl finisce in realtà per costruire ulteriori muri, recinti e riserve, in cui alcuni diventano più uguali degli altri”.

Secondo Budelli per punire gli “odiatori omofobi” non c’è bisogno dell’introduzione di ulteriori norme oltre quelle già esistenti nel codice penale, come dimostrato dai procedimenti che hanno portato a pesanti condanne inflitte a coloro che hanno offeso omosessuali o transessuali.

Conclude poi con degli esempi: “Se vorrò criticare – anche in privato – lo stile di vita gender rischierò la galera, in violazione dell’art. 21 della Costituzione che ricordo è la pietra angolare della nostra democrazia. Se mi opporrò ad una educazione che non condivido per mio figlio, rischierò addirittura di perdere la potestà genitoriale. In parole più semplici, in base al nuovo art. 604 bis cod. pen., si potrebbe ipotizzare che una madre possa essere condannata qualora suggerisse alla figlia di non sposare un bisessuale; oppure potrebbe essere condannato un padre che decidesse di non mandare il proprio a lezione di educazione sessuale trans-gender”.

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