Il pentolone per Renzi

In attesa che la Camera avrà approvato le legge elettorale si aprirà presto una biforcazione che segnerà il destino della legislatura. In termini chiari sapremo se Enrico Letta potrà o meno andare avanti oppure se ci saranno elezioni anticipate o la formazione di un nuovo esecutivo che, a detta di molti, dovrebbe essere guidato da Matteo Renzi. Molti danno per scontata questa opzione, ben sapendo che nel 1998 si è vissuta una situazione analoga con Massimo D’Alema che ebbe un epilogo infausto. Il loro ragionamento, ovvero il ragionamento della minoranza del Pd constata che Letta non riuscirà ad imprimere la svolta di un cambio di passo e che quindi la legislatura crollerà senza aver prodotto cambiamenti. La leadership del Pd, in tal caso, ne uscirebbe logorata. Consideriamo che viene anche evidenziato che i richiami dell’Unione Europea non saranno soddisfatti in termini di accelerazione delle riforme, del riassetto della Pubblica Amministrazione e della riduzione dei termini della Giustizia. Pertanto a nostro avviso Matteo Renzi si troverà tra Scilla e Cariddi. Ovvero, accetterà di guidare il nuovo esecutivo, oppure farà finta di niente lasciando il timone a Letta? In entrambi i casi la scelta sarà non felice visto che Letta non potrà imprimere vistosi cambiamenti di marcia. Da parte sua, e furbescamente, Angelino Alfano, ultracerto che Silvio Berlusconi abbia bisogno del suo sostegno per vincere le elezioni, rifiuta a priori la possibilità di andare alle urne e chiede, anzi pretende, un impegno in prima persona di Matteo Renzi. Dall’altro versante anche Cuperlo, in nome e per conto di Massimo D’Alema, chiede l’impegno del segretario per riprendere il controllo del partito. Alfano quindi spinge Renzi a bruciarsi come premier, per essere contestualmente accolto a braccia aperte da Berlusconi e vincere le elezioni. Ho davanti agli un pentolone che aspetta l’uomo sacrificale, che a quanto sembra dovrebbe essere Renzi. L’Italicum sarebbe il perfetto alibi per un nuovo governo che si configurerebbe, in tal caso, come uno strumento per accompagnare le riforme. Il segretario Pd al momento pensa a schierarsi a favore di una modifica della riforma che introdurrebbe il “salva-Sel”. Questa modifica premierebbe il miglior perdente, ovvero il primo partito che non supera lo sbarramento del 4,5%, e che dovrebbe premiare il partito di Vendola. In pratica una ciambella di salvataggio che ricomporrebbe i dissidi di Sel con i democratici e con Renzi. Il segretario comunque è molto stabile nel rifiuto di assumersi queste pericolosissime responsabilità e conferma il sostegno a Letta, ben accompagnato dalla frase: “Deve essere lui a cambiare passo. Io resto fermo”. In pratica non vuole finire nel pentolone bollente anche se credo non gli sfugga la circolarità della questione. Che credetemi non è ignava…
Roberto Cristiano

Circa redazione

Riprova

Roma, presentate le osservazioni del Pd sul Ponte di Messina, il senatore Irto: “Opera funzionale agli interessi politici di Salvini”

«Insieme al partito della Sicilia, come Pd della Calabria abbiamo prodotto argomentate osservazioni sul ponte …

WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com