Evasione, scatta la corsa al rimpatrio dei capitali in Italia

Il governo ha reso più conveniente l’operazione di rientro dei capitali dall’estero. Secondo le previsioni, da qui a settembre, quando scadrà il termine per il rimpatrio dei fondi, ci sarà un’accelerazione delle domande e il governo conta di incassare almeno tre miliardi di euro di gettito extra. Il motivo principale del rientro dei capitali è nascosta nella durissima normativa anti evasione e anti riciclaggio che, dopo la campagna dell’Ocse contro i paradisi fiscali, stanno trovando spazio in tutto il mondo, Italia compresa. Dal mese scorso in Svizzera l’evasione è diventata un reato penale e i funzionari di banca chiedono ai loro clienti di giustificare l’origine dei loro soldi. Chi non lo fa viene invitato a chiudere il conto. In Svizzera sono custoditi tra 120 e 200 miliardi di soldi italiani nascosti al fisco. La Svizzera è un paese che da pochissimo ha firmato un protocollo aggiuntivo sullo scambio automatico di informazioni, uscendo di fatto dalla lista dei paesi considerati “black list”. Sorge necessario, quindi, per gli interessati, aderire alla procedura di ‘voluntary disclosure’, la procedura di rimpatrio dei soldi varata dal governo. La Voluntary Disclosure, la normativa sul rientro dei capitali dall’estero, anche nota come Collaborazione Volontaria, che è legge dal 1 gennaio 2015. La Voluntary Disclosure è una legge con cui lo Stato italiano offre la possibilità al contribuente, che abbia beni o capitali non dichiarati al Fisco italiano depositati all’estero, di poter regolarizzare la propria posizione autodenunciandosi all’Agenzia delle Entrate. In cambio otterrà uno sconto sulle sanzioni e potrà evitare le pene previste per i reati fiscali. Resta il fatto che le tasse riferite al periodo accertabile dovrà pagarle fino all’ultimo. In realtà il rimpatrio dei capitali ha avuto un avvio molto lento ed a luglio risultavano presentate solo 1800 domande per un importo complessivo di 300 milioni. A luglio è stato aggiunto il tassello più importante, ovvero una norma sul raddoppio dei termini di accertamento, ovvero un consistente sconto a chi riporta i soldi in Italia. Il governo conta di incassare almeno 3 miliardi di euro e sul tavolo di Padoan ci sarebbe l’ipotesi di una mini proroga fino alla fine di dicembre. Una proroga che darebbe più tempo per perfezionare l’adesione.

Cocis

 

 

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