Eurispes, presentato codice autoregolamentazione prodotti senza combustione

”Abbiamo pensato a un codice di autoregolamentazione per i prodotti senza combustione che possono essere un’alternativa per chi non riesce a smettere di fumare; il codice è ancora in via di definizione e aperto a ulteriori contributi”,  ha detto la vice presidente di EurispesRaffaella Saso, nell’ambito del tavolo di lavoro “Un futuro senza fumo. Buone pratiche per una corretta comunicazione”, organizzato da Formiche e Philip Morris Italia, alla presentazione del “Codice di autoregolamentazione per la comunicazione e vendita dei prodotti senza combustione”, elaborato da Eurispes e da soggetti associativi rappresentativi della filiera di distribuzione dei prodotti senza fumo, quali ANAFE – Associazione Nazionale produttori di Fumo Elettronico (Confindustria), FIT – Federazione Italiana Tabaccai, con il contributo di importanti personalità giuridiche, tecniche e sanitarie.

“L’unica posizione delle istituzioni rimane far smettere di fumare, però concretamente il numero di fumatori negli ultimi anni di fatto è rimasto sostanzialmente stabile. Abbiamo un altissimo numero di fumatori che alla domanda ‘vorrebbe smettere di fumare’ risponde ‘assolutamente no’. Il risultato ideale è non iniziare oppure smettere, ma è con questa realtà che ci dobbiamo confrontare”, ha osservato Saso. “Il nostro obiettivo è la valorizzazione della riduzione del rischio all’interno della Sanità pubblica. Ormai non è più solo il sistema britannico finalizzato ad ottenere la riduzione del danno”, ha dichiarato il vice direttore di Eurispes Alberto Baldazzi. Il convegno è proseguito con Giovanni Risso, presidente nazionale FIT, che ha affermato: “Ci rendiamo conto che stanno cambiando gli stili di vita e i consumatori guardano con più attenzione a prodotti di nuova generazione per la riduzione del danno, mi riferisco tanto a prodotti a base di tabacco riscaldato quanto alle sigarette elettroniche”. “Vogliamo portare avanti un concetto nuovo che è quello della prevenzione parziale – ha aggiunto Johann Rossi Mason, giornalista scientifica e direttrice di Mohre – l’Osservatorio sulle strategie di riduzione del rischio – Sarebbe stato bello che i player fossero stati tutto allo stesso tavolo. La nostra perplessità è la volontà di mettere sotto un unico cappello tutti i prodotti alternativi”. “Io incoraggerei tutti ad aderire, anche un operatore soltanto, perché gli altri poi seguiranno – riflette Laura Galli di Adiconsum – Vaping, sigarette elettroniche, in questa fase possiamo accettare che si stiano tutti quanti sotto lo stesso cappello, perché si mettono insieme mercati diversi e prodotti diversi per iniziare una forma di responsabilizzazione della filiera”. “La comunicazione è fondamentale, perché è fondamentale la prevenzione primaria. Il fumo produce al mondo 8 milioni di morti l’anno. In Italia, con 11 milioni e mezzo di fumatori, si consideri che ? dei tumori è legata al fumo. Oggi stiamo parlando di salvaguardare e proteggere i soggetti che comunque continuano a fumare”, ha aggiunto Francesco Cognetti, Primario di Oncologia Medica dell’Istituto Nazionale Regina Elena di Roma. “La riduzione del danno è un principio importante, come è importante che questi strumenti possano essere commercializzati con tutte le precauzioni del caso”, ha concluso l’oncologo.

“Non è possibile dall’oggi al domani eliminare il fumo completamente, per quanto auspicabile. Adesso c’è una consapevolezza diversa. Lo Stato può investire in campagne di informazione”, ha osservato l’onorevole Giorgio Lovecchio, proseguendo nel convegno. “Sì alla informazione, no alla proibizione. Per non favorire prodotti illeciti, dove non sappiamo cosa c’è all’interno”, ha concluso il deputato.

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