Cosa nostra e gli appalti: sigilli al porto dell’America’s Cup

Ha ‘mani’ ovunque, Cosa nostra, non si muove una foglia se non lo decide lei.  La mafia nel corso degli anni, è riuscita anche ad aver parola su alcuni lavori eseguiti nel porto di Trapani, tra il 2001 ed il 2005. Tutto grazie alla ‘collaborazione’ di due imprenditori edili, Francesco e Vincenzo Morici, padre e figlio, ritenuti vicini al latitante Matteo Messina Denaro.

Sequestrata società fornitrice America’s Cup. La polizia, questa mattina, ha posto sotto sequestro beni per il valore di oltre 30 milioni di euro, riconducibili ai due imprenditori. Nell’operazione è stata confiscata anche una società che gestisce un maxiappalto da 41 milioni di euro nel porto trapanese, aggiudicato nel 2004 nell’ambito dell’America’s Cup. Secondo gli investigatori, i Morici, avevano effettuato rilevanti forniture di materiali per le opere pubbliche realizzate a Trapani nel contesto della manifestazione ‘Louis Vuitton act 8 e 9’, preregata della America’s Cup e proprio la società che gestiva il maxi appalto da 42 milioni di euro, è stata confiscata nell’operazione effettuata questa mattina.

Gli imprenditori e Virga-Pace. I Morici negli anni avrebbero risposto prima alle direttive del capomafia Vincenzo Virga e dopo l’arresto di quest’ultimo nel 2001, del reggente Francesco Pace, anche lui finito in manette. Il regista delle operazioni è sempre stato Matteo Messina Denaro. Per muoversi nel mondo degli appalti, i Morici avrebbero costituito un cartello di società e ‘comprato’ la compiacenza di alcuni funzionari pubblici. Avrebbero anche goduto, così sostengono gli investigatori, dell’appoggio di alcuni politici. Tra questi viene tirato in ballo il senatore ed ex sottosegretario all’Interno, Antonino D’Alì, già imputato a Palermo per concorso esterno in associazione mafiosa.

Sequestrati anche società romane. La confisca anticipata, eseguita a i Trapani, Roma, Milano e Gorizia, ha riguardato, case, terreni, ville, autovetture, conti correnti, barche a vela, conti correnti e tutte le quote sociali delle seguenti imprese:  ‘Trapani infrastrutture portuali S.C.A.R.L .’ ; ‘ Litoranea Nord S.C.A.R.L.’; ‘La Funivia S.C.A.R.L.’; ‘Sperone S.C.A.R.L.’; ‘Port Service S.R.L.’; ‘Traghetti Delle Isole S.P.A.’ ed infine ‘Touring Service & Consulting S.R.L.’, tutte con sede a Roma.

Nelle commissioni di gara, anche affiliati ai boss. Non sono gli unici lavori pubblici finiti nel mirino dell’organizzazione mafiosa, grazie ad un meccanismo tanto semplice quanto efficace, i funzionari pubblici, dietro pagamento di somme di denaro, piazzavano nelle commissioni di gara dei personaggi vicini ai boss che venivano informati su tutte le procedure. E così le offerte dei Morici sarebbero diventate imbattibili. E non sempre i lavori sarebbero stati eseguiti a regola d’arte. È il caso della frode nell’appalto di ‘Riqualificazione della Litoranea Nord di Trapani’.

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