Coronavirus in Campania: nessun caso, negativi tutti i tamponi

Negativi i risultati dei test per il Covid-19 effettuati al Cotugno. Presto tamponi anche in altri ospedali. Un sospiro di sollievo per i cittadini della Campania: in tutta la regione non risulta alcun caso di Coronavirus! E si spera che prosegua così. Ma per sventare pericoli in agguato, è fondamentale non abbassate la guardia e seguire le norme fondamentali, incominciando dall’igiene ed effettuare continui controlli severi per evitare che individui probabili fonti di contagio vengano a contatto con la popolazione e affinché i sospetti osservino l’indispensabile quarantena cautelativa, principale garanzia per la società.
Intanto sono risultati assolutamente negativi tutti i tamponi prudentemente effettuati sui tre casi sospetti assistiti in tre presidi ospedalieri napoletani: Cardarelli, San Giovanni Bosco e San Paolo. La direzione dell’ospedale Cotugno ha comunicato che nella giornata di oggi, sono stati effettuati 21 tamponi complessivi e tutti hanno dato esito negativo. Tutti negativi già quelli della prima batteria, circa una decina, dei quali di aveva avuto già risposta nel pomeriggio di oggi.
Rientrano tutti nei procedimenti indicati in questo periodo e comunque richiesti dai medici per routine e non devono dare adito a infondate manifestazioni di panico. Esito negativo pure per il tampone effettuato sul sessantenne di Castellammare di Stabia. Ricoverato al San Leonardo per una polmonite interstiziale grave, l’uomo è entrato in ospedale in codice rosso a causa di grave insufficienza respiratoria.
Un tampone per caso sospetto di Coronavirus, era stato inviato all’ospedale Cotugno di Napoli, proveniente dall’ospedale Cardarelli, dove è deceduto stamattina un paziente ricoverato nel pomeriggio di ieri nel reparto di Gastro d’Urgenza. Il tampone è stato effettuato prima del decesso. L’uomo era stato trasferito nell’importante nosocomio napoletano da una clinica privata.
Il personale sanitario del reparto di Gastroenterologia in servizio oggi, è stato impossibilitato a smontare dai turni, fino all’esito negativo del test. Questa misura cautelare preventiva è stata subito adottata a tutela della salute pubblica. La notizia dell’esito ha permesso al personale ospedalieri di rientrare a casa serenamente. Assolutamente rassicuranti anche gli altri esiti dall’Ospedale Cotugno, struttura di riferimento in città per le malattie infettive, altamente specializzata.
La salma intanto era stata stata sistemata in isolamento, per quanto i medici abbiano prontamente spiegato che il tampone è stato fatto eseguire soprattutto per scrupolo giacché dal quadro clinico dell’uomo è stato possibile accertare subito che egli aveva precedenti complicazioni ai bronchi di natura cronica – il quadro clinico era aggravato da bronchite – inoltre, era ricoverato per altre problematiche, quindi non era il caso di allarmarsi, ma la procedura andava seguita.
Altri due test – risultati pure negativi – sono stati effettuati su due pazienti e inviati allo stesso nosocomio specialistico, tra ieri notte e stamane: si tratta di un 19enne proveniente da Milano assistito all’ospedale San Giovanni Bosco, e un 48enne originario di Monza assistito all’ospedale San Paolo, conto da malore durante la maratona che si è svolta ieri a Napoli, alla quale stava partecipando come runner.
“Dalla prossima settimana tamponi anche all’ospedale San Paolo, al Ruggi, al Moscati e a Caserta. Attualmente il Cotugno può fare verifiche su 100 tamponi al giorno. Abbiamo 200 posti letto in Campania. Avremo anche noi eventuali spazi per quarantena sullo stile della Cecchignola come caserme, ma prepareremo spazi anche negli ospedali”. Così si è espresso il governatore della Regione Campania, Vincenzo De Luca, nel corso della conferenza stampa a Palazzo Santa Lucia.
Intanto, continuano le polemiche sulla decisione del prefetto di Napoli, contrapposta alle misure concordi cautelari adottate da tutti i sindaci dell’isola d’Ischia che avevano deciso lo stop all’ingresso dei turisti delle zone rosse. Il prefetto ha invece annullato “a sorpresa” l’ordinanza. Sull’isola si è scatenata la protesta, condivisa da molti cittadini campani e pure del Nord, allarmati dalla “superficialità” dimostrata nel non bloccare i turisti provenienti da Lombardia e Veneto. “A nessuno di loro è stata misurata la temperatura, né sono stati fatti controlli” – sottolineano i manifestanti.
Gli abitanti di Ischia, allarmati dallo sbarco sull’isola degli autobus provenienti dal Nord Italia, chiedono a viva voce di controllare i turisti in arrivo. Manifestazioni di panico. Proteste al Porto. Dure parole d’accusa a chi ha permesso il loro arrivo, innanzitutto il prefetto che ha annullato la decisione dei sindaci ischitani.
Ieri i sindaci dell’isola avevano imposto concordemente il divieto di ingresso per tutti coloro arrivati da Lombardia e Veneto.
Sarebbero oltre 100 turisti, che avrebbero dovuto essere bloccati prima di mettere piede sull’isola, ma il prefetto ha reputato di assumersi la responsabilità di annullare l’ordinanza, consentendo ai bus di sbarcare, tra le proteste dei cittadini esterrefatti.
Scene di panico si sono verificate ieri sera. Le proteste continuano tuttora incessanti.
Gli abitanti dell’Isola Verde denunciano che hanno chiesto controlli ma non sono stati ascoltati, non hanno potuto sapere da quali città e paesi della Lombardia e del Veneto in particolare giungessero i turisti che stavano per sbarcare: “sono sbarcati e non è stato fatto nessun controllo medico, nemmeno è stata misurata la febbre. Anche i carabinieri li proteggevano!”.
Forti timori, motivati soprattutto dal fatto che a detta degli stessi abitanti, l’unico ospedale dell’isola non sarebbe attrezzato assolutamente per reggere un’eventuale epidemia, per di più da Coronavirus. “Abbiamo paura del contagio”: questa la voce unanime della popolazione. La dietando a di tutti è che tra i visitatori non vi fosse nessun soggetto contagiato, soprattutto in considerazione del fatto che possono passare diversi giorni prima che la malattia di manifesti.. e pure sul periodo d’incubazione, non c’è assoluta chiarezza: dovrebbe essere di 12 giorni, così si era detto in partenza, ma seco di alcuni specialisti e studi esteri, sembra che potrebbe essere anche più lungo, ma non di molto.
Sulla tormentata vicenda si è espresso anche il sindaco di Ischia, Enzo Ferrandino con motivazioni precise che non possono essere ignorate: “Ieri erano diretti qui dei pullman con oltre 100 persone provenienti da zone colpite dal coronavirus. Non è un atto di razzismo: c’è bisogno in questa fase di emergenza di strumenti precauzionali. È fondamentale costruire dei cordoni di Sanità. Vanno attuate iniziative che permettano di circoscrivere il virus, evitando che si espanda. Stiamo cercando di tutelare le nostre Comunità, rispetto ad un rischio che obiettivamente c’è, evitando di trasformare l’isola d’Ischia, come la nave da crociera lasciata in quarantena. Non stiamo fomentando nessun allarmismo”.
Nel frattempo, le autorità nazionali e locali dichiarano che stanno mettendo in campo “tutte le misure possibili per contenere la diffusione del coronavirus”. Chi viene dalla zona rossa del contagio dalle 17 di ieri non può più uscire dall’area, che è presidiata da posti di blocco. Nel frattempo, però in molti si sono spostati in altre regioni, inclusi centinaia e centinaia di turisti…
Il numero di contagiati in Italia è salito a oltre 200 persone; di queste, 165 solo in Lombardia. Il numero di vittime è arrivato purtroppo a 6. Migliaia le persone che sono attualmente isolate nelle aree focolaio dell’epidemia, in primis nel Lodigiano, in Lombardia, a seguito del decreto per fronteggiare l’emergenza, finalmente emanato dal governo: per farlo rispettare dalla popolazione, nella notte sono state mobilitate le varie forze di polizia con disponibilità dell’esercito.
Intanto, però, già diverse persone sono emigrate in altre regioni. Si spera siano state tutte individuate tempestivamente e soprattutto si fa affidamento sulla coscienza di ciascuno nel denunciare la zona di provenienza in caso di presenza di focolai per tutelare la propria salute e usufruire di immediate cure appropriate indispensabili e per non mettere a rischio il prossimo favorendo col silenzio il pericolo di contagio soprattutto in considerazione dell’alto tasso di probabilità accertato.
Teresa Lucianelli

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