Cancellieri: Su Ligresti nessuna ingerenza. Fiducia piena o lascio

Nessuna ingerenza per favorire la scarcerazione di Giulia Ligresti. Nessuna pressione per aiutare una amica di ‘famiglia’. La coscienza è ‘limpida’ perché ha agito secondo legge e coscienza. Il ministro della Giustizia, Anna Maria Cancellieri, rimanda ai mittenti le accuse che gli sono piovuti addosso in questi ultimi giorni dopo lo ‘scandalo’ dell’affaire Fonsai. Ma soprattutto chiede al Parlamento la fiducia piena altrimenti si dice pronta a lasciare l’incarico di governo. Prima al Senato poi alla Camera ripete di aver seguito solo la legge. “La scarcerazione non è avvenuta in seguito a una mia pressione o ingerenza, mai stata e mai concepita, ma per indipendente decisione della magistratura torinese – ha spiegato il ministro in Aula -, che più volte ha chiarito in modo limpido che è stata frutto di una autonoma valutazione scevra da influenze e condizionamenti”.

“Mai, dico mai, mi sono occupata” del caso di Jonella Ligresti – ha replicato alle mille accuse il Guardasigilli – “dalle verifiche effettuate con il Dap è emersa l’assoluta linearità delle procedure seguite per Jonella Ligresti”. Insomma nessun elemento per alzare un polverone come avvenuto negli ultimi giorni. E soprattutto nessuno osi paragonare le sue telefonate a quelle di Silvio Berlusconi.

Nel corso del suo intervento in Aula, il ministro ha tenuto a precisare di aver “agito come in molti altri casi, tanti e anonimi, più di cento solo negli ultimi mesi, tutti a disposizione di chi li volesse visionare”. “Mi faccio carico quotidianamente delle segnalazioni che arrivano, in un colloquio quasi quotidiano con le autorità penitenziarie”, ha spiegato sottolineando che “ogni vita che si spegne è una sconfitta per lo Stato, e io ne sento tutto il peso”.

“Sono addolorata e rammaricata per l’uso che si è fatto della storia”, ha detto ancora il ministro della Giustizia, aggiungendo di essere stata se stessa ”in ogni momento”. “Sono stata e sono amica di Antonino Ligresti ma in nessun modo la mia carriera è stata influenzata da questi e altri rapporti personali: sono una persona libera che non ha contratto debiti di riconoscenza”, ha proseguito. “Anche mio figlio è stato indebitamente trascinato in questa vicenda, il suo incarico in Fonsai è frutto della sua pregressa esperienza nel mondo bancario” ed è arrivato quando “ero una tranquilla signora in pensione e non avrei mai pensato che sarei diventata ministro”.

Quindi ha ricostruito la telefonata ‘incriminata’, quella con la compagna di Ligresti del 17 luglio scorso, in cui è emerso “un sentimento di umana vicinanza. Alcune espressioni usate da me sono state utilizzate per creare empatia. Mi rendo conto che alcune espressioni possono aver generato dubbi sul senso delle mie parole, mi spiace, mi rammarico di aver fatto prevalere i sentimenti sul distacco che un ministro avrebbe dovuto imporre”. Ed ecco che arriva il suo ultimatum al Parlamento: fiducia piena o pronta a lascare.

“Considero la fiducia del Parlamento decisiva per la prosecuzione dell’incarico di ministro”, ha chiarito poi Cancellieri. “Il governo ha in cantiere diversi importanti provvedimenti sulla giustizia che richiedono una forte intesa, non voglio essere di intralcio a questa azione – ha sottolineato il ministro della Giustizia -. Non esiterò a fare un passo indietro se dal confronto parlamentare emergerà che è venuta meno la stima su cui ritengo debba poggiarsi il mandato ministeriale”.

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