Berlusconi e Meloni indicando il ritorno alle urne

Nell’intervista rilasciata a La Verità, Berlusconi ha commentato nuovamente le frasi del magistrato Amedeo Franco  che avrebbe confessato di aver ricevuto pressioni per farlo condannare: “Si è trattato di una condanna addirittura impensabile perché attribuiva a me, che ero all’epoca presidente del Consiglio dei ministri e quindi totalmente impegnato nella gestione della cosa pubblica, l’ipotesi di un risparmio fiscale di sette milioni di euro“. Un’ipotesi che definisce “impossibile e totalmente assurda” perché aveva abbandonato fin dal 1994 ogni carica nelle società che aveva fondato e quella vicenda riguardava annualità del 2002 e 2003. Inoltre ha voluto ricordare che sia il Tribunale di Roma – con decisione confermata dalla Corte di cassazione – sia il Tribunale di Milano, per fatti analoghi e in tempi sovrapponibili, hanno decretato la sua “totale estraneità alla vicenda“.

Berlusconi   ha indicato quella che a suo giudizio rappresenta la via maestra: “Le urne“. Nelle scorse settimane si era parlato di un possibile governo di unità nazionale, ma si tratta di uno scenario che non è mai rientrato “nel novero delle cose possibili, né di quelle auspicabili” poiché il rischio concreto potrebbe essere una “paralisi” che “farebbe male all’Italia.

Berlusconi pensa ad un esecutivo del centrodestra.  Un Esecutivo che non sia alla ricerca del compromesso al ribasso su qualunque cosa perché tenuto insieme solamente dal bisogno di stare attaccato alle poltrone. ‘Ed è questa la differenza tra il centrodestra e l’attuale maggioranza di governo: noi stiamo insieme per scelta, le nostre idee combaciano e se non sono sempre identiche c’è comunque una sintesi valoriale di fondo’,  ha detto nel corso del suo intervento a Telelombardia il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni.

Abbiamo una visione di politica economica, industriale e di rapporto con l’Europa compatibile – continua il leader di Fratelli d’Italia – Tutti quanti lavoriamo prioritariamente per la difesa degli interessi italiani, del lavoro e dei prodotti italiani, della nostra identità e la tutela della famiglia. Noi abbiamo un comune denominatore molto significativo sul piano valoriale. Dall’altra parte invece c’è una maggioranza nella quale Renzi diceva di avere il voltastomaco all’idea di allearsi con il M 5s e questo la dice lunga su come questi signori siano disposti a fare qualunque cosa pur di sedersi sulla poltrona, anche ad allearsi con qualcuno che trovano stomachevole. Una frase del genere nel centrodestra non sarebbe mai pensabile: noi camminiamo spalla a spalla. Ciascuno prova a portare il suo valore aggiunto, e quindi anche le sue differenze su cui però vogliamo trovare una sintesi”, ha spiegato Meloni.

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