Legge elettorale, il proporzionale con correttivi scelto da Pd e M5S

Il “conclave” Pd-M5S ha deciso. Proporzionale corretto. Non si sa bene come. È terminato il vertice di maggioranza sulla legge elettorale. Alla riunione hanno partecipato i capigruppo di Camera e Senato. E i capigruppo in commissione Affari costituzionali. E ciò  al netto di alcune assenze. Come quella di Maria Elena Boschi. L’incontro è durato quasi 2 ore.  “Il primo incontro di maggioranza sulla legge elettorale è stato positivo. Nel solco di quelli precedenti”. Si legge nel testo unitario concordato. Un capolavoro di retorica. E di vaghezza.

Questo il timing convenuto. “Abbiamo condiviso un calendario con due incontri nelle prossime due settimane. Con l’obiettivo di incardinare la legge elettorale in Commissione alla Camera tra il 16 e il 20 dicembre”. Quanto al merito,  si è iniziata a porre la prima cornice entro cui lavorare.  Si escludono soluzioni fondate “su collegi uninominali maggioritari” o su “modelli proporzionali senza correttivi”. Una formula involuta.  Questo il testo: “In coerenza con il programma di governo che si è posto l’obiettivo di incrementare le garanzie di rappresentanza democratiche, assicurando il pluralismo politico e territoriale, si è convenuto che non siano praticabili soluzioni fondate su collegi uninominali maggioritari né modelli proporzionali senza correttivi”. Una fomula abbastanza criptica, che non dice alcunché. E che lascia spazio a ogni interpretazione. Che legge elettorale sarà?
‘Penso che se vogliono fare una legge proporzionale condannano l’Italia all’ingovernabilità e a far contare gente che perde le elezioni. Se ci sono accordi per fare una legge elettorale in poco tempo che aumenti la quota maggioritaria, io sono d’accordo, altrimenti si va a votare con questa legge nel minor tempo possibile’, ha detto la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, incontrando i giornalisti alla Camera.
Questa dichiarazione della leader di FdI è venuta pressoché in contemporanea con la conclusione del vertice di maggioranza dedicato proprio alla legge elettorale. Non è chiaro, per la verità, su cosa puntino M5S e Pd. Nel comunicato congiunto si parla di proporzionale. Ma si esclude l’assenza di “correttivi”. È una formula involuta dalla quale non si capisce su cosa realmente punti la maggioranza. Quello che si capisce è che la maggioranza pare abbia abbandonato l’idea del proporzionale puro. Ma tale formula riflette anche  una certa tensione tra Pd e M5S. Per i grillini il proporzionale puro è questione di sopravvivenza. Per piddini rappresenta invece la sconfessione di almeno 25 anni di storia politica del centrosinistra.

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