Ponte Morandi, Genova scende in piazza. “Ridateci la vita. Siamo dietro a un muro”

“Liberate la Valpolcevera” è lo slogan che stanno gridando commercianti e cittadini di Genova ridotti sul lastrico dopo il crollo del ponte Morandi del 14 agosto scorso. Più di tremila persone stanno sfilando per le strade della città chiedendo alle istituzioni risposte concrete e di essere liberati dall’isolamento:  chiedono la rinascita economica ed occupazionale della Valpolcevera e di tutta la città. “Oltre il ponte c’è la voglia di ripartire ed avere risposte concrete” urlano i manifestanti. Loro si sentono come dietro ad un muro, isolati dal mondo. Tanto che hanno portato al ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli, in visita nel capoluogo ligure un modellino di ponte Morandi, raffigurato con dietro un muro, ad indicare la città tagliata in due dopo il crollo del viadotto. “Abbiamo una cosa da dare al ministro Toninelli – dicono gli organizzatori ai megafoni – la prossima volta che va da Bruno Vespa. Un modellino di Certosa. Siamo dietro un muro”. E poi altre voci disperate. “Siamo operai, commercianti, imprenditori, associazioni sportive e pubbliche assistenze. Siamo sfollati nei servizi, poi ci sono gli sfollati del lavoro, tutti insieme senza bandiere, senza distinzioni”, proseguono i manifestanti.

Il ministro Toninelli. In conferenza stampa nella sede della prefettura, insieme  alla commissaria europea ai Trasporti Violeta Bulc, Toninelli parla del dl Genova. “E’ un decreto che sarà migliorato ma che invito a non contestare – dice il ministro delle Infrastrutture – perché è scritto non solo con il cuore vicino a Genova ma anche con una tecnica giuridica che permetterà al commissario straordinario di poter lavorare bene senza preoccuparsi di quei ricorsi che se avessimo scritto il dl meno bene ci preoccuperebbero”.

Il presidente della regione Toti. “Speriamo che il decreto sia scritto anche con il cervello – risponde il governatore Giovanni Toti – Non sono un giurista, i ricorsi purtroppo sono un male endemico del nostro Paese. Ci auguriamo tutti che il decreto sia a prova di ricorsi ma lo verificheremo purtroppo sulla nostra pelle tra pochissimo”.

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