Sacchetti bio, la produttrice del materiale: “Polemica elettorale”

“Forse avremmo dovuto investire altrove. Per trasformare impianti vecchi in gioielli nella produzione di granuli da amido di mais e oli naturali. Avremmo dovuto evitare di metterci 500 milioni, spendere risorse in ricerca per brevettare una tecnologia senza eguali. Avremmo dovuto evitare di assumere personale qui, nel nostro Paese”. Catia Bastioli, amministratrice delegata del gruppo Novamont, è sconcertata per la polemica sul costo dei sacchetti della spesa in Mater-Bi, materiale biodegradabile realizzato dalla sua azienda.

“Che si possa connotare politicamente la volontà del governo di recepire una direttiva comunitaria denota a che punto siamo arrivati. Fare carne da macello, per finalità prettamente elettorali, di un brevetto nostro e di una tecnologia patrimonio per il Paese a livello mondiale, offende il lavoro di questi ultimi venti anni”, afferma in un’intervista al Corriere della Sera. Bastioli ricopre la carica di presidente di Terna. Una nomina al vertice di una società a controllo pubblico arrivata quando al governo c’era Matteo Renzi. “Ho accettato quella nomina dopo grandi perplessità”, risponde. “Me l’hanno chiesto più volte. Ero scettica. Col senno di poi sono orgogliosa di quello che abbiamo costruito. Ho compreso la necessità di una contaminazione tra energia, chimica, agricoltura. E’ la rivoluzione dell’economia circolare”.

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