Cesare Damiano e Istat

Quando si commentano i dati sull’occupazione non conviene dividersi tra entusiasti e catastrofisti, perché si corre il rischio di non centrare l’obiettivo. Le variazioni mensili non sono indicative e conviene sempre fare valutazioni almeno semestrali. Oltre all’ISTAT, anche l’INPS fornisce dati e non sempre le due fonti vanno nella stessa direzione. Cesare Damiano, Presidente della Commissione Lavoro alla Camera,    spiega  che l’Istituto di previdenza  ha spiegato il serio rallentamento delle assunzioni con il contratto a tutele crescenti nel primo semestre del 2016 (-84%) e il corrispondente aumento del lavoro a termine e una nuova esplosione dei voucher, cresciuti di 200 volte dal 2008 e con un + 40% anche nell’anno in corso. Questo vuol dire, al di là dei dati quantitativi, che peggiora la qualità del lavoro: il contrario di quello che era l’obiettivo del Jobs Act.  La crescita occupazionale dall’inizio dell’anno c’è  anche se la qualità del lavoro diminuisce, ma restano preoccupanti due dati significativi: che il tasso di occupazione, il vero indicatore dello stato di salute del mercato del lavoro, diminuisce a luglio dello 0,1% rispetto al mese precedente e che la disoccupazione scende a eccezione della classi di età comprese tra i 15 e i 34 anni.

Moreno Manzi

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