Votazioni in Libia: le prime libere del dopo Gheddafi

Si elegge il Congresso nazionale oggi in Libia, ma si respira un’aria diversa. E’ l’aria della libertà, che quella che verrà sancita dalla nuova Costituzione, che farà seguito alla qurantennale dittatura del colonnello Muammar Gheddafi, deposto la scorsa estate. Ma nel Paese si respira ancora un’aria di forti tensioni.

Nella vigilia delle votazioni, infatti, un elicottero che trasportava materiali elettorali è stato attaccato ieri a colpi di arma da fuoco vicino Bengasi, e un uomo – un impiegato della Commissione elettorale – che si trovava a bordo è morto. Molta gente in Cirenaica (Libia orientale) è irritata perchè alla loro regione sono stati assegnati solo 60 dei 200 seggi del Congresso. Alla Tripolitania (nord-ovest)sono stati assegnati 100 seggi, 40 al Fezzan (sud). Il voto di oggi potrebbe portare al potere i partiti islamici, come già accaduto in Tunisia ed Egitto, sebbene i liberali si dicano sicuri della vittoria. Con oltre un centinaio di formazioni politiche in lizza le previsioni non sono facili, ma i favoriti sono tre: il Partito della Giustizia e della Ricostruzione (islamico, legato ai Fratelli Musulmani); Al-Watan, guidato dall’ex comandante militare Abdelkhadim Belhaj, e la coalizione liberale varata dall’ex premier del Consiglio Nazionale di Transizione, Mahmoud Jibril. Sui 200 seggi del Congresso Nazionale 120 sono riservati alle candidature individuali, mentre il resto verrà assegnato tramite un voto di lista; in assenza di una vera tradizione democratica comunque saranno ancora una volta i legami tribali a fare la differenza.

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