Foto LaPresse12/10/12 PPremio Nobel per la pace assegnato all'Unione Europea

Ue, Corte Conti: “Italia quarto Paese contributore”

L’Italia rappresenta il quarto Paese per ammontare di risorse accreditate dall’Ue, dopo Polonia, Francia e Germania (nel 2018 era il quinto Paese). La dinamica degli accrediti dipende, oltre che dalla preassegnazione dei fondi a ciascun Paese, anche dalla capacita’ progettuale e gestionale degli operatori nazionali, nonche’ dalla fase di attuazione del ciclo di programmazione. E’ quanto emerge dalla ‘Relazione annuale sui rapporti finanziari tra l’Italia e l’Unione europea’, relativa al 2019, ma con attenzione per gli eventi piu’ recenti, approvata dalla sezione di controllo per gli Affari comunitari e internazionali della Corte dei conti. La stessa posizione e’ rivestita dall’Italia quale “contributore netto” dopo Germania, Regno Unito e Francia, sia nel 2019 che nel medio periodo. In una logica di medio periodo, rappresentata dal settennio 2013-2019, il saldo netto cumulato e’ negativo per un ammontare di 36,38 miliardi. In tale periodo l’Italia ha, pertanto, contribuito alle finanze dell’Europa con un saldo medio annuo di 5,2 miliardi. Il differenziale che si riscontra tra versamenti da parte dell’Italia, a titolo di risorse proprie, al bilancio europeo per l’anno 2019 (16,8 miliardi di euro, -1,4 miliardi rispetto al 2018) e risorse assegnate all’Italia (11,2 miliardi, in aumento di circa 1 miliardo, +10,3%, rispetto al 2018), spiega la magistratura contabile, ancorche’ in diminuzione rispetto al dato del 2018, conferma che il livello totale dei flussi verso l’Ue nel 2019 e’ uno dei piu’ alti degli ultimi sette anni.

Tuttavia, osserva la Corte, non e’ possibile ignorare gli effetti dirompenti dell’emergenza da Covid-19 sul quadro economico europeo e l’ingente sostegno finanziario promesso dall’Unione per favorire la ripresa e mitigare l’impatto sociale della pandemia. I nuovi strumenti adottati dall’Unione sotto l’impulso della crisi sanitaria ed economica, nonche’ il nuovo bilancio pluriennale 2021-2027, di recentissima approvazione, secondo la magistratura contabile, invertiranno con ogni probabilita’, anche sul piano finanziario, la tradizionale posizione di contributore netto dell’Italia, che sara’ destinataria dal 2021 al 2026 della maggior parte dei fondi del Recovery plan e ricevera’ una quota importante delle risorse dei Fondi di investimento e strutturali europei (SIE).

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