‘Ti vogliamo morto come tutti i napoletani’, minacce social a Luigi Di Maio

Minacce social anche al ministro degli Esteri Luigi Di Maio, vittima di una violenza verbale e oggetto di gravi minacce di morte.

Gli attacchi al ministro degli Esteri arrivano da un account anonimo, le minacce sono gravissime: “Ti vogliamo morto”, e ancora, “Ti vogliamo morto come tutti i napoletani”. E questi sono solo alcuni dei messaggi indirizzati all’ex capo del Movimento 5 stelle. Nel caso di Di Maio sono due i problemi che emergono. Quella della violenza,  e del mancato controllo,  sui social network e quello del razzismo, con offese gravissime contro i meridionali.

Diversi esponenti della politica hanno voluto esprimere il proprio sostegno a Luigi Di Maio, che ha ricevuto messaggi di solidarietà soprattutto dal Movimento 5 stelle, ma non solo. Di seguito il messaggio scritto dal Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri sul proprio profilo Twitter.

 “Purtroppo il clima d’odio alimentato ad arte contro alcuni membri del Governo è diventato insostenibile. Spero che la polizia postale riesca a ripulire la nostra società da questa feccia che la inquina”, dice il sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano. Solidarietà anche da Alessandro Di Battista.

A lui, e ai napoletani finiti nel mirino dei violenti attacchi, va tutta la mia vicinanza”, scrive su Twitter la vice presidente del Senato Paola Taverna. “Il Paese ha bisogno più che mai di unità”, dice la ministra della Pubblica amministrazione, Fabiana Dadone. E stamattina alla Camera la solidarietà è arrivata da tutti i gruppi parlamentari. Simone Baldelli, di Forza Italia, ha però sottolineato che in passato “sul clima d’odio è stato costruito il consenso”. Considerazioni alle quali si è unito anche Francesco Lollobrigida di Fratelli d’Italia.

Quello legato alle minacce e alla violenza sui social network è un problema che interessa tutto il mondo della politica, finito nelle ultime settimane al centro di contestazioni e critiche violente, aggressive, pericolose. Nelle ultime settimane sono finiti sotto scorta la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina ma anche il Presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, etichettato come assassino.

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