Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella al Memoriale di Tsitsernakaberd, Yerevan, 31 luglio 2018. ANSA/ PAOLO GIANDOTTI - UFFICIO STAMPA PRESIDENZA REPUBBLICA ++HO -NO SALES EDITORIAL USE ONLY++

Strage di Bologna e Mattarella: ‘Zone d’ombra’

Oggi, 2 agosto, Bologna ricorda gli 85 morti causati lo stesso anno dalla bomba alla stazione ferroviaria.  La stazione centrale di Bologna. In quel tragico 2 agosto, in cui persero la vita 85 persone e altre 200 riportarono gravi ferite, fisiche e psicologiche. Perché gli attentati di quegli anni erano attacchi contro la gente comune, che partiva per le vacanze. Una strage per seminare morte e ancor di più allarme sociale, per destabilizzare. Un copione che è tornato di attualità con gli attacchi dei terroristi islamici che solo apparentemente sembrano il prodotto di sconsiderati ‘lupi solitari’ rispondendo, invece, anch’esse a un disegno politico-militare globale di amplissimo ed altissimo livello: portare la guerra oltre i campi di battaglia per ridefinire gli equilibri internazionali.

I neofascisti non nascosero di essere gli esecutori delle stragi. Nel 1974 un volantino di Ordine Nero proclamava: ‘Giancarlo Esposti è stato vendicato. Abbiamo voluto dimostrare alla nazione che siamo in grado di mettere le bombe dove vogliamo, in qualsiasi ora, in qualsiasi luogo, dove e come ci pare. Vi diamo appuntamento per l’autunno; seppelliremo la democrazia sotto una montagna di morti’.

Stragi, però, rimaste nel buio, al di là delle piste investigative e delle rivendicazioni. È l’Italia dei misteri e dei ‘servizi deviati’. I mandanti della strage di Bologna non sono rimasti ignoti fino al 1995: il 23 novembre, la Corte di Cassazione condannò all’ergastolo, quali esecutori dell’attentato, i neofascisti dei NAR Giuseppe Valerio Fioravanti e Francesca Mambro, che si sono sempre dichiarati innocenti. L’ex capo della P2 Licio Gelli, l’ex agente del SISMI Francesco Pazienza e gli ufficiali del servizio segreto militare Pietro Musumeci e Giuseppe Belmonte furono condannati per i depistaggi delle indagini. Il 9 giugno 2000 la Corte d’Assise di Bologna ha emesso nuove condanne per lo stesso reato. Nel 2007 è arrivata anche la condanna definitiva in Cassazione di Luigi Ciavardini, minorenne all’epoca dei fatti.

‘I processi giudiziari sono giunti fino alle condanne degli esecutori, delineando la matrice neofascista dell’attentato. Le sentenze hanno anche individuato complicità e gravissimi depistaggi. Ancora restano zone d’ombra da illuminare. L’impegno e la dedizione di magistrati e servitori dello Stato hanno consentito di ottenere risultati che non esauriscono ma incoraggiano l’incalzante domanda di verità e giustizia’,  dice il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in un messaggio per l’anniversario della strage di Bologna.

‘C’è un obbligo morale prima ancora che politico che ci guida: giungere ad una verità certa, libera da zone grigie e sospetti. Questo è l’unico vero modo di onorare le vittime e realizzare le legittime e sacrosante richieste dei loro familiari’, sono le parole pronunciate da Alfonso Bonafede, ministro della Giustizia, nell’incontro coi familiari delle vittime della Strage di Bologna:  ‘C’è uno Stato che per 38 anni è rimasto in silenzio, negligente e non ha voluto fare luce su verità inconfessabili su cui bisogna accendere un faro. Per me è incredibile che, dopo che lo Stato si è dimostrato negligente per 38 anni, i familiari dimostrino ancora una volta una lezione di civiltà che la politica non ha mai dato e dimostrano di credere nello Stato. Mi onora e sento la responsabilità di essere qui parlare con voi’.

 

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