Stefano Ricucci in manette

ROMA.  Stefano Ricucci torna agli arresti. Coinvolto in un giro di fatture false da oltre un milione di euro, ma soprattutto inserito in un sistema dove si incrociano faccendieri e giudici amministrativi, politici e funzionari pubblici. Ieri, alle 6 di mattina, quando i finanzieri hanno suonato alla porta del suo appartamento romano è rimasto sbigottito. Il tempo di leggere il provvedimento di cattura, avvisare l’avvocato, e poi è stato trasferito nel carcere di Regina Coeli. Lontani i  tempi del matrimonio da favola con Anna Falchi in una villa dell’Argentario. A farlo diventare famoso,  nell’estate del 2005,  era stato il tentativo di scalata del ‘Corriere della Sera’, quando andava a braccetto con l’allora governatore di Banca d’Italia Antonio Fazio, con il presidente di Unipol Giovanni Consorte e soprattutto con il banchiere Gianpiero Fiorani. Da una parte c’era la cordata della Bpi che mirava a conquistare Antonveneta. Dall’altra, la Unipol che voleva ottenere il controllo della Banca Nazionale del Lavoro. Trascorsi svariati mesi in carcere aveva accettato di rispondere alle domande del pubblico ministero Giuseppe Cascini e poi aveva giurato di essere pronto a una nuova vita. Tornato libero, archiviato il legame con la Falchi, ha ricominciato a lavorare con la sua ‘Magiste’ e a circondarsi di belle donne. Anche in questo caso si tratta di spericolate operazioni finanziarie messe in atto, secondo i pm della Procura di Roma, anche grazie all’aiuto del magistrato del Consiglio di Stato nonché componente della Commissione Tributaria Regionale, Nicola Russo, che in qualità di giudice-relatore di commissione ha emesso sentenza favorevole alla società Magiste Real Estate Property, riconducibile a Ricucci, per recupero di un credito di 20 milioni in un contenzioso con il fisco. Un parere, a detta dei pm, ottenuto grazie alle ‘attenzioni’ che l’immobiliarista ha avuto nei confronti del magistrato, fatte anche di passaggi di denaro e serate in alberghi del centro di Roma con donne. Nei confronti del magistrato la Procura aveva sollecitato al Gip una misura interdittiva per rivelazione del segreto d’ufficio ma il giudice non ha ritenuto che tali elementi provino l’esistenza di un accordo corruttivo. La Procura aveva chiesto l’applicazione della sospensione dall’esercizio della professione del magistrato ritenendo dimostrato un approfondito rapporto di conoscenza e frequentazione con Ricucci nel periodo compreso tra le decisioni assunte dalla commissione regionale tributaria del Lazio, il 16 dicembre 2014, nella controversia tra l’Agenzia delle entrate e la società Magiste Real Estate e il deposito della sentenza del 24 aprile 2015. Ricucci si era avvalso di fatture per operazioni inesistenti emesse dalla società Pdc riferibile a Mirko Coppola e a Tony Leone attraverso un falso contratto per la fornitura di servizio di tipo logistico per Expo 2015. Per fare tutto ciò Ricucci avrebbe dovuto poi girare dei soldi a Coppola come per compenso. In totale sono 10 le persone indagate, tra loro anche Massimo Nicoletti, figlio di Enrico, ritenuto dagli inquirenti figura storica della Banda della Magliana. Non risulta nel registro degli indagati l’altro figlio di Nicoletti, Tony, legato alla società Monaco Motors srl, da cui il giudice Russo ha acquistato una Porsche Cayenne nel periodo immediatamente successivo al deposito della sentenza che darà ragione alla Magiste di Ricucci. Ieri mattina i  finanzieri del Nucleo Tributario di Roma gli hanno notificato l’ordinanza che accoglie la richiesta di arresto formulata dal procuratore aggiunto Paolo Ielo. E per l’immobiliarista è cominciata un’altra drammatica estate.

Cocis

 

 

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