Salvini e il mancato calo dei consensi

Gli ultimi sondaggi  danno la Lega stabile attorno al 30-35% dei consensi, e il centrodestra unito attorno al 45%. Dicono anche che quel che Salvini ha perso se lo sono recuperato Fratelli d’Italia e Giorgia Meloni. E che il Pd e il Movimento Cinque Stelle, assieme, non hanno ancora preso mezzo decimale di consenso in più.

Questo, nonostante Salvini abbia perso il controllo del Paese e non abbia più la vetrina del Viminale. Salvini non ha perso un punto, né un voto. Non ha perso un voto e magari riuscirà pure a strappare al centro-sinistra Umbria, Calabria ed Emilia Romagna alle prossime regionali, sancendo – lo diciamo senza timore di smentita – la condanna a morte del governo Conte Bis.

Non ha perso un voto, Salvini, perché l’agenda politica è ancora roba sua. Perché si parla ancora, solamente, di migranti, di pensioni, di rimpatri e di sicurezza. Possiamo discutere all’infinito sul fatto che appena Salvini ha messo il naso fuori dal Viminale i media si sono accorti che gli sbarchi-fantasma rappresentano il 90% degli arrivi di migranti in Sicilia, e hanno cominciato a conteggiarli.

In realtà  la maggioranza entrante non ha una vera e propria agenda politica. Il Movimento Cinque Stelle, preoccupato dei malumori interni per l’alleanza con gli odiati “pidioti”, si barcamena nel tentativo di salvaguardare un po’ di continuità con il governo gialloverde, esperienza che Di Maio si guarda bene dal rinnegare, e di tornare alle origini, col taglio dei parlamentari.   Il Pd di Zingaretti cerca di ridarsi un’anima di sinistra dentro il paradigma a esso più congeniale, quello del tassa e spendi. E poi c’è Italia Viva di Matteo Renzi, alla disperata ricerca dei voti di Forza Italia e dell’eredità berlusconiana, che invece di nuove imposte proprio non vuole sentir parlare. Provate a chiedere a un qualunque non-elettore di Salvini quale sia, secondo lui, l’anima prevalente della nuova maggioranza. L’unica risposta possibile? È un governo che nasce e che opera contro Salvini.

Non ha perso un voto, Salvini, perché alla guida di questo governo c’è Giuseppe Conte, lo stesso presidente del consiglio del governo precedente. E’ proprio la presenza di Conte a certificare il governo giallorosso per quel che è: una manovra di palazzo ordita da due partiti che si sono sempre detestati, con l’unico scopo di evitare elezioni anticipate che li avrebbero visti sicuramente perdenti.

Non ha perso un voto, Salvini, perché a differenza di quanto accadde con Renzi, la stagione politica non è ancora cambiata. E nessuno, pare, abbia interesse a cambiarla, o coraggio per farla cambiare.

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