Ruby, De Vivo al processo: “Ad Arcore facevamo il trenino”

Al via questa mattina una nuova udienza sul processo Ruby. Novità dela nuova fase del processo, l’assenza di Ruby come testimone. Il procuratore aggiunto Pietro Forno e il pm Antonio Sangermano hanno infatti annunciato in aulache rinunciano a sentire come testimone la giovane marocchina, così come avevano già fatto nel processo a carico di Silvio Berlusconi.

Ha parlato invece l’olgettina Imma De Vivo. “Ad Arcore facevamo il trenino”, ha esordito la ragazza, ribadendo tuttavia, di non aver mai visto “toccamenti” tra l’ex premier e le ragazze e ha negato di avere mai ricevuto denaro per prestazioni sessuali a fine serata o nei giorni successivi. “Per quello che ne so io nessuna delle ragazze si prostituiva”. De Vivo invece ha ammesso di avere ricevuto “aiuti dal presidente” e, rispondendo a una domanda del pm Antonio Sangermano su cosa significasse l’espressione “benzina” usata al telefono dalle ospiti a Villa San Martino, ha spiegato che era il denaro che l’ex Capo del Governo versava

“Quando lui diceva non ho benzina” significava “non ti posso aiutare”. “Ogni volta che si andava a cena – ha aggiunto De Vivo – era un'occasione per chiedere aiuto al presidente e se tu mancavi a una cena era una possibilità in meno di farlo. Il presidente ci diceva di contattare Spinelli per i soldi”. De Vivo ha spiegato anche di ricevere attualmente 2.500 euro al mese dall’anno scorso. “Adesso non lavoro e l’affitto me lo paga il ragioniere, cioè  Berlusconi attraverso Spinelli”. Infine la testimone ha ricordato di quando la Minetti si travestì “da uomo” con tanto di cravatta e ballava. “Ma non ci fu nessun toccamento”, ha ribadito.

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