Il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, al teatro Augusteo di Napoli dove ha presentato il suo libro 'Controcorrente', 12 luglio 2021. ANSA / CIRO FUSCO

Renzi costretto alla corsa solitaria per le europee. Alla Leopolda, domenica, il leader concluderà la manifestazione

Al via ieri la dodicesima edizione della Leopolda di Firenze dal nome: “Riaccendere le stelle”.  L’inaugurazione, vista la ricorrenza dell’8 marzo, è stata  in mano alle donne.  Sul palco  anche Nasim Eshqi, «la coraggiosa donna iraniana, campionessa di free climbing, che ha deciso di togliersi il velo e adesso non può più tornare nel suo Paese». La conclusione domenica, con il  discorso di Matteo Renzi. Presenti Sabino Cassese e il ministro della Giustizia Carlo Nordio per la riforma  sulla giustizia.

Per Renzi non è un bel periodo visto che la lista di scopo  “Gli Stati Uniti d’Europa”,  proposta da Emma Bonino il 24 febbraio scorso per riunire i partiti che appartengono alla macroniana Renew Europe,  con ogni probabilità non si farà per le europee.

«Il lavoro per la lista di scopo gli Stati Uniti d’Europa va avanti a condizione che vi siano almeno tutti i soggetti dell’area liberaldemocratica Alde-Pde-Renew (ovvero Più Europa, Azione, Italia Viva e Psi, ndr). Se dovessero invece confermarsi preclusioni o veti per noi politicamente incomprensibili e che ci rendono impraticabile la via di unirci gli uni “contro” gli altri, ci organizzeremo autonomamente confermando comunque il nostro obiettivo di queste europee, gli Stati Uniti d’Europa»: così recita la nota congiunta di Bonino e del segretario di Più Europa Riccardo Magi diramata nelle scorse ore.

Visto che il niet di Carlo Calenda ad una lista in comune con l’ex alleato Matteo Renzi resta forte e chiaro, o tutti o nessuno significa dunque nessuno: evidente che Più Europa non la sente di legarsi al solo Renzi, che aveva dato da subito la sua disponibilità al pari del Pse di Enzo Maraio. Dal partito unico del Terzo polo (Azione e Italia Viva), votato alle ultime politiche da circa l’8% degli elettori, si finisce dunque con tre liste di Renew Europe, nessuna delle quali ha molte chance si superare la soglia. Oppure due, se si concretizzerà l’ipotesi di qualche candidatura radicale, magari della stessa Bonino, nelle liste del Pd.

E’ quindi certo che Renzi si ritrova da solo a tentare di superare lo scoglio del 4% come capolista in tutte le circoscrizioni. Una sfida che appare pressoché disperata. E che rischia dunque di essere la pietra tombale sulla parabola politica del leader che aveva portato il Pd al 41% esattamente dieci anni fa.

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