Renzi a Bruxelles

Il premier Matteo Renzi chiederà oggi a Bruxelles che i fondi strutturali vengano esclusi dai vincoli posti dal Patto di stabilità. Lo ha detto il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, al termine dell’incontro con il Governo. “Il Governo porrà la questione a Bruxelles, come già fatto dal precedente Esecutivo, poi vedremo quale sarà l’esito”, ha aggiunto Errani, sulla questione della richiesta in sede europea di porre gli investimenti dei Fondi strutturali fuori dal Patto di stabilità.  Non sarebbe stato  giusto chiedere di essere esentato dalla soglia del 3% di deficit”.  La regola scritta anche nella Costituzione  italiana non è il 3% ma il pareggio di bilancio.  Il vincolo vero non è quello dell’ Europa ma quello dei mercati. La crisi è cominciata quando i mercati si sono rifiutati di comprare il nostro debito pubblico.  Il cammino iniziato  da Monti e continuato da Letta è quello giusto.  Sta cambiando in senso europeo  il modello della economia italiana. Il vecchio modello era trainato dalla spesa pubblica e dal mercato interno. Il nuovo modello è trainato dalla crescita di produttività e dalle esportazioni. In realtà il fiscal compact con i suoi rigidi parametri impongono non solo  di restare sotto il 3%, ma di ridurre anche il deficit strutturale in modo da far calare il debito. Renzi in realtà, diversamente da quanto diceva qualche giorno fa, si prepara a parlare non del 2,8% ma del 3%. Il problema è che i conti potrebbero sforare i parametri di Maastricht condannando l’Italia ad un deficit eccessivo. E’ convinzione giusta del Governo ed espressa da Padoan che se non si rilancia il Pil non abbatterà mai il debito. Ed il Pil può crescere solo tagliando le tasse e facendo le riforme. Alcuni tagli proposti da Cottarelli hanno politicamente un costo altissimo, come ad esempio gli esuberi agli statali. Renzi  ha detto è che l’ Italia è un grande paese europeo con pieno diritto e dovere di intervenire con autorevolezza a determinare gli indirizzi della politica europea. Vero, perché  l’ Italia ha tutte le potenzialità per far parte del gruppo di testa della Unione, a condizione che esca da una condizione di minorità.   Si sta male in Europa se non si accetta  la filosofia fondamentale delle istituzioni europee. Aspettiamo ora l’impostazione della relazione del premier a Bruxelles per valutarne i risultati.

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