Primo maggio, probabile Comizione contro il governo

Non sfuggirà la polemica che coinvolse il mondo politico e Fedez  nel concertone del primo maggio del 2021.  Il rapper denunciò sui suoi social di aver subito una forma di censura da parte dei vertici di Rai 3: ‘Mi hanno chiesto di omettere dei partiti e dei nomi ed edulcorare il contenuto del discorso’. Una censura contro la quale lottò,  ottenendo la libertà di esprimersi. Su twitter esplose la bufera con una pesante botta e risposta col leader della Lega Matteo Salvini. ‘Io vado al concertone a gratis e pago i miei musicisti che non lavorano da un anno e sul palco vorrei esprimermi da uomo libero senza che gli artisti debbano inviare i loro discorsi per approvazione preventiva da voi politici. Il suo partito ci è costato 49 milioni di euro’  twittò Fedez replicando a Salvini.

‘Se Fedez userà a fini personali il concerto del 1 maggio per fare politica, calpestando il senso della festa dei lavoratori, la Rai dovrà impugnare il contratto e lasciare che i sindacati si sobbarchino l’intero costo dell’evento’,  questa era stata la premessa dei senatori e deputati della Lega in Vigilanza Rai: ‘Con 945.000 posti di lavoro persi in un anno e la disoccupazione giovanile al 33%, se davvero il signor Federico Leonardo Lucia deciderà di promuovere la propria figura attaccando Lega e Vaticano, sarà un insulto al 1 maggio. Non si usano i diritti dei lavoratori per promuovere la propria immagine e fare ulteriori profitti. La Rai non può comprare interventi d’odio a scatola chiusa e non si invochi la censura, perché al rapper non mancano certo spazi per manifestare il suo pensiero, tra l’altro noto anche ai sassi. Viale Mazzini ha ancora qualche ora per rimediare, dopodiché la Lega si muoverà in tutte le sedi competenti. E i sindacati si ricordino che il lavoro appartiene a tutti, non lo si svilisca per regalare qualche like a un cantante milionario’.

Fedez disse di essere stato costretto ad inviare il suo discorso prima del suo intervento perché fosse approvato:  ‘È la prima volta che mi succede di dover inviare il testo di un mio intervento perché venga sottoposto ad approvazione politica, approvazione purtroppo che non c’è stata in prima battuta o meglio, dai vertici di Rai3 mi hanno chiesto di omettere dei partiti e dei nomi e di edulcorare il contenuto. Ho dovuto lottare un pochino, ma alla fine mi hanno dato il permesso di esprimermi liberamente. Come ci insegna il Primo Maggio, nel nostro piccolo dobbiamo lottare per le cose importanti. Ovviamente da persona libera mi assumo tutte le responsabilità e le conseguenze di ciò che dico e faccio’.

Oggi, più che un Concertone del primo maggio 2023, a San Giovanni si prepara un Comizione contro il governo. ‘L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro: l’articolo 1 della Costituzione diventa lo slogan del tradizionale Concertone del 1° Maggio’. La scelta, assicurano organizzatori e sindacati, vuole celebrare l’entrata in vigore della Carta.

Con i sindacati sul piede di guerra, l’edizione 2023 si preannuncia come una sorta di costola del Festival dell’Unità. A Palazzo Chigi sarà riunito il governo Meloni, che proprio per il primo maggio ha convocato un consiglio dei ministri sul lavoro. Stefano Coletta, direttore del Prime Time della Rai, già se ne è lavato le mani: ‘Da parte nostra non c’è nessuna volontà di politicizzare la manifestazione. Il tema è stato scelto dai sindacati. Se l’artista X ha intenzione di trasgredire non è prevedibile da parte nostra: gli imprevisti negli show ci sono, ma non sto mettendo le mani avanti. Molti dei cantanti realizzeranno degli interventi parlati. Noi ce la mettiamo tutta affinché sia una festa per la musica, dopo di che voglio ribadire che nessuno può prevedere eventuali imprevisti’.

Nove ore di concerto, presentatori Ambra Angiolini, alla sesta edizione, affiancata questa volta da Fabrizio Biggio, rivelazione di quest’anno accanto a Fiorello nel programma Viva Rai 2!. Tra i 40 artisti è confermata la presenza Emma, Lazza, Levante, Tananai, Coma_Cose, Mr Rain, Ariete, Baustelle, Rocco Hunt e Francesco Gabbani. Si sta trattando per avere anche Ligabue. Previsti pure degli interventi verbali su temi – non meglio precisati – legati ai diritti dei lavoratori.

Stavolta, nella lunga maratona televisiva (Raitre), si va senza filtri: l’occasione, per qualcuno dei 50 artisti, di trasformare il Concertone in Comizione in una gara di insulti contro il governo potrebbe essere davvero irresistibile.

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