Il 1 maggio, tra  Consiglio dei Ministri, e il Concertone/Comizione di Piazza San Giovanni

Tra il serio ed il faceto apro le mie considerazioni sulla data del 1 maggio sulla ‘immaginaria’ rivale di Giorgia Meloni, la segretaria del Pd, Elly Schlein, che, per porsi come termine di confronto sull’immagine della premier assume , al costo di 300 euro all’ora, Enrica Chicchio, armocromista, come ben spiega il 25 aprile a Vogue Italia. La Chicchio, residente a Bologna, è specializzata in consulenza d’immagine e personal shopping.  L’armocromia è un concetto in estetica che si riferisce alla scienza dei colori e alla capacità di identificare quali colori, tonalità e sfumature sono più adatti a una persona in base al suo colore della pelle, dei capelli e degli occhi. Si può dire che su questa falsariga Giorgia Meloni batta 1 a 0 la Schlein vista che sua armocromista dichiara: ‘L’utilizzo dei colori della premier è da manuale!’. La premier ha convocato per domani, domenica 30 aprile, alle 19, a palazzo Chigi, i leader dei sindacati maggiormente rappresentativi sul piano nazionale. Al centro dell’incontro ci saranno i provvedimenti in materia di fisco, lavoro e politiche sociali che saranno esaminati nella riunione del Consiglio dei ministri convocata nella data simbolica di lunedì 1° maggio. Più nello specifico si parla del taglio del cuneo fiscale, il reddito di inclusione e le misure di avviamento al lavoro. Il governo ‘destinerà con un prossimo provvedimento di urgenza i margini di bilancio disponibili per finanziare, per l’anno in corso, un nuovo taglio dei contributi sociali a carico dei lavoratori dipendenti con redditi medio-bassi e un innalzamento del limite dei fringe benefit per i lavoratori dipendenti con figli’, afferma il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, rispondendo in Question time alla Camera. Sul tavolo ci sono in particolare i circa 3 miliardi e mezzo ricavati dalle nuove stime del Pil e del deficit e già indicati nel Def come destinati al lavoro. Con la misura i lavoratori dipendenti si ritroveranno più soldi in busta paga, che rappresenta un ulteriore passo verso l’obiettivo di legislatura del taglio di 5 punti del cuneo. Doveroso parlare anche della Carta risparmio spesa 2023, una sorta di nuova social card, che sarà erogata da luglio a tutte le famiglie che ne soddisfano i requisiti. Dopo mesi di attesa è infatti arrivato l’apposito decreto ministeriale che disciplina requisiti, importi e modalità per la richiesta del nuovo bonus famiglia istituito dalla legge di Bilancio 2023.Il decreto, che nei prossimi giorni verrà pubblicato in Gazzetta ufficiale, conferma che la nuova Carta risparmio avrà un importo precaricato che servirà alle famiglie per acquistare beni di prima necessità presso gli esercizi commerciali aderenti all’iniziativa. Non sarà compatibile con il Reddito di cittadinanza, mentre lo sarà con la Carta acquisti spettante ai minori di 3 anni e agli over 60, e sarà riconosciuto direttamente dal Comune senza che sia necessario presentare la domanda. A coloro che ne soddisfano i requisiti, infatti, la Carta risparmio spesa verrà consegnata in automatico. Per il momento, invece, non ci sono ancora novità per l’altra misura introdotta dalla legge di Bilancio 2023, ossia il Reddito alimentare, dei veri e propri pacchi spesa che nelle città metropolitane,  per il momento,  verranno destinati alle famiglie in difficoltà economica. Nonostante il confronto sui dettagli della misura vada avanti  sembra che i tempi possano essere più lunghi di quelli della nuova Carta risparmio spesa. Con la legge di Bilancio 2023 il governo ha stanziato 500 milioni di euro per l’introduzione di un sostegno economico per le famiglie destinato ‘all’acquisito di beni alimentari di prima necessità da parte dei soggetti in possesso di un indicatore della situazione economica (Isee) equivalente non superiore a 15.000 euro’. Sono provvedimenti e decreti che soddisferanno persone e famiglie in aperta difficoltà economia. Riguardo al Reddito di  Cittadinanza è utile ascoltare le dichiarazioni di Landini, leader della Cgil: ‘Se le notizie saranno confermate, l’idea che in un momento in cui aumentano le povertà si taglia il reddito di cittadinanza a noi sembra una follia. Oggi è il momento di investire sul lavoro, sulla solidarietà e soprattutto di andare a prendere i soldi dove sono, dove sono stati fatti i profitti, dove c’è l’evasione fiscale e non continuare a pensare che i lavoratori dipendenti e i pensionati sono i bancomat e pagano anche per quelli che evadono le tasse e che non pagano. Noi agli incontri ci andiamo’. Probabilmente a Landini, forse distratto da altro, sfugge che dal primo gennaio prossimo il reddito di cittadinanza diventa Assegno di inclusione. Nella bozza del decreto che il governo vuole portare in consiglio dei ministri del primo maggio, a firma della ministra Maria Elvira Calderone, ci sono le modifiche al sussidio dal 2024. La riforma del reddito di cittadinanza, introdotto dal Movimento cinque stelle, rientra in un pacchetto normativo più ampio sul lavoro e contiene la stretta annunciata dal governo Meloni. Il sussidio non si chiamerà Mia, come inizialmente era trapelato, ma assegno di inclusione e potrà essere chiesto solo dalle famiglie nelle quali ci sono componenti disabili, minori oppure over 60. L’assegno, recita la bozza ‘è una misura di sostegno economico e di inclusione sociale e professionale, condizionata alla prova dei mezzi e all’adesione a un percorso personalizzato di attivazione e di inclusione sociale e lavorativa’. Sempre in data 1 maggio assisteremo al  Concertone che si terrà a Roma, a Piazza San Giovanni che, contro ogni dubbio, sarà un ‘Comizione’ contro il governo. ‘L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro: l’articolo 1 della Costituzione diventa lo slogan del tradizionale Concertone del 1° Maggio’.  Con i sindacati sul piede di guerra, l’edizione 2023 si preannuncia come una sorta di costola del Festival dell’Unità. A Palazzo Chigi, come detto,  sarà riunito il governo Meloni, che proprio per il primo maggio ha convocato un consiglio dei ministri sul lavoro. Stefano Coletta, direttore del Prime Time della Rai, già se ne è lavato le mani: ‘Da parte nostra non c’è nessuna volontà di politicizzare la manifestazione. Il tema è stato scelto dai sindacati. Se l’artista X ha intenzione di trasgredire non è prevedibile da parte nostra: gli imprevisti negli show ci sono, ma non sto mettendo le mani avanti. Molti dei cantanti realizzeranno degli interventi parlati. Noi ce la mettiamo tutta affinché sia una festa per la musica, dopo di che voglio ribadire che nessuno può prevedere eventuali imprevisti’. Nove ore di concerto, presentatori Ambra Angiolini, alla sesta edizione, affiancata questa volta da Fabrizio Biggio, rivelazione di quest’anno accanto a Fiorello nel programma Viva Rai 2!. Tra i 40 artisti è confermata la presenza Emma, Lazza, Levante, Tananai, Coma_Cose, Mr Rain, Ariete, Baustelle, Rocco Hunt e Francesco Gabbani. Si sta trattando per avere anche Ligabue. Previsti pure degli interventi verbali su temi – non meglio precisati – legati ai diritti dei lavoratori. Stavolta, nella lunga maratona televisiva (Raitre), si va senza filtri: l’occasione, per qualcuno dei 50 artisti, di trasformare il Concertone in Comizione in una gara di insulti contro il governo potrebbe essere davvero irresistibile. Non sfuggirà la polemica che coinvolse il mondo politico e Fedez  nel concertone del primo maggio del 2021.  Il rapper denunciò sui suoi social di aver subito una forma di censura da parte dei vertici di Rai 3: ‘Mi hanno chiesto di omettere dei partiti e dei nomi ed edulcorare il contenuto del discorso’. Una censura contro la quale lottò,  ottenendo la libertà di esprimersi: ‘Ho dovuto lottare un pochino, ma alla fine mi hanno dato il permesso di esprimermi liberamente. Come ci insegna il Primo Maggio, nel nostro piccolo dobbiamo lottare per le cose importanti. Ovviamente da persona libera mi assumo tutte le responsabilità e le conseguenze di ciò che dico e faccio’. Questo, è chiaro, è il presupposto del Concertone/Comizione del 1 maggio. Chiudo il mio scritto ricordando la CNN che si è espressa sul nostro presidente del Consiglio: ‘Cento giorni di successi riconosciuti a Giorgia Meloni e una statura di leader a sui agio tra i grandi del mondo. Con un interrogativo: ‘Il primo ministro italiano fermerà i barconi o saranno loro a fermare lei?’. È questo il titolo di un’analisi condotta dalla Cnn, il principale network televisivo americano e tra i più importanti del mondo, sui ‘primi cento giorni’ del governo Meloni che ‘sono considerati un successo’. Un mandato durante il quale ha dimostrato di ‘non essere neanche lontanamente come alcuni avevano temuto’. Riguardo i ‘barconi’ è da ricordare l’incontro avvenuto a Londra tra Giorgia Meloni e il premier britannico Rishi Sunak: ‘La lotta ai trafficanti e all’immigrazione clandestina è una cosa che i nostri governi stanno facendo molto bene. Io sto seguendo il tuo lavoro e sono assolutamente d’accordo sulla gestione dell’immigrazione che il governo britannico sta portando avanti’. Questo scambio di opinioni prima del bilaterale a Downing street culmina nella firma di un importante documento tra i due Paesi sulle sfide comuni. Dal punto di vista britannico – scrive lo Spectator,  Sunak ha provato a rafforzare tale cooperazione tramite un accordo con la Francia. Tuttavia il presidente Emmanuel Macron non sarebbe davvero in sintonia con l’esigenza di un giro di vite concreto. Una stretta contro l’immigrazione illegale che Meloni chiede in sede Ue,  salvo dover fare i conti con le resistenze attribuite ‘ai burocrati dell’apparato’ di Bruxelles; e le resistenze di un fronte guidato ‘dall’oligarchia Germania-Francia’.  Si tratta di prendere di petto – è la conclusione polemica dello  ‘Spectator’,  testata giornalistica britannica, ‘l’incompetenza e la codardia mostrata da Berlino, Parigi e Bruxelles su tutto: dalla politica energetica, alla Russia, all’immigrazione di massa’.

Andrea Viscardi

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